La necessità di coprire i costi del servizio, il conferimento da parte dei cittadini dei comuni limitrofi e l’obbligo fatto agli enti locali di aderire al Consorzio per lo smaltimento dei rifiuti, insieme all’emergenza che ha costretto l’Amministrazione a spese ulteriori per rimuovere i rifiuti dalle strade, sono solo alcuni dei motivi che hanno portato all’aumento della Tarsu nella cittadina del Sabato.
“Sia chiaro, nessun amministratore vorrebbe aumentare le tasse ai propri cittadini, figuriamoci se si tratta di una materia molto delicata e complicata, almeno per la regione Campania, come la Tarsu – spiega il sindaco Aldo Laurenzano – il provvedimento è stato necessario sia per coprire l’aumentata produzione di rifiuti che gli aumentati costi di smaltimento conseguenti all’emergenza che, per le imposizioni di legge prevede che i costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti debbano essere coperti interamente dall’istituzione della Tarsu. Rispetto a questi dettami legislativi, abbiamo letteralmente le mani legate”.
Una situazione che, in verità, era stata preventivata e annunciata già da qualche mese dall’Amministrazione comunale: “Ovviamente, fino a quando una notizia non diventa realtà quotidiana, tende ad essere sottovalutata da tutti perchè non di impatto immediato – continua il vicesindaco Franco Landi – ma il nostro comune deve fare i conti, quotidianamente, con una produzione di rifiuti in costante aumento e certamente sproporzionata rispetto alla sua popolazione. Non mi spiego, ad esempio, come alcuni comuni adiacenti abbiano sversato esigui quantitativi di rifiuti nel Cdr di Pianodardine. E’ chiaro, infatti, che buona parte dei rifiuti prodotti in questi paesi sono stati conferiti nei cassonetti della nostra cittadina. L’estensione del servizio di raccolta differenziata porta a porta a tutto il paese potrà aiutarci in questo senso”. Scelta forzata anche per quanto riguarda l’adesione al Consorzio di smaltimento dei rifiuti: “Anche in questo caso, gli enti comunali non hanno avuto la possibilità di organizzarsi un proprio servizio di raccolta – continua Landi – fino a che è stato possibile, ci siamo affidati alla De Vizia che ci aveva garantito un servizio a costi contenuti. Adesso, invece, il servizio non riesce a rispondere sempre e comunque alle reali esigenze del territorio e questa Amministrazione ha già inviato una serie di sollecitazioni e di diffide, chiedendo il rispetto del contratto e il miglioramento di un servizio scadente. Purtroppo, non possiamo svincolarci dal consorzio non è attualmente possibile”. Piccoli accorgimenti, tuttavia, sono stati decisi per cercare di alleviare gli atripaldesi: “Abbiamo deciso, ad esempio, di dilazionare maggiormente il pagamento della Tarsu – ancora l’assessore Di Pietro – recependo una chiara richiesta che i commercianti ci hanno fatto. Anche in questo caso, siamo consapevoli delle loro difficoltà ma purtroppo non abbiamo grossi margini di azione”. Un dato, tuttavia, deve essere chiaro: “L’aumento della tarsu non è stato deciso per coprire buchi di bilancio, così come qualcuno vuole far credere, sarebbe più opportuno, ad esempio, che fosse lo stesso Consorzio a stabilire l’importo della tassa”. Una soluzione predeterminata non c’è, ma il sindaco Laurenzano e la giunta stanno lavorando ad una serie di provvedimenti indispensabili per venire incontro alle esigenze della città: “Stiamo lavorando per garantire una maggiore equità fiscale, una valorizzazione del patrimonio comunale e il miglioramento del servizio di raccolta dei rifiuti – continua il sindaco – si tratta di provvedimenti importanti e radicali che, se da un lato, garantiranno maggiormente tutti i cittadini, dall’altro dovranno essere condivisi e assimilato da tutti i cittadini. Per questo motivo, stiamo pensando ad un incontro pubblico che faremo con la città per illustrare la situazione attuale e, parallelamente, fornire la soluzione che abbiamo individuato”.
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