Ato: piano d’ambito, deleghe all’Acs e affidamento: Rossano denuncia

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Avellino – “Da qualche giorno l’ATO Calore Irpino non è più operativo perché al 31 dicembre sono state soppresse le Autorità d’Ambito e dal 1° gennaio sono nulli tutti gli atti da esse compiuti. In extremis l’Assemblea dell’ATO ha voluto mostrare una qualche operatività approvando uno “strano aggiornamento” del Piano d’Ambito che peraltro non è pubblicato nemmeno sul sito Internet dell’ATO dove compare invece una relazione di sintesi, forse nemmeno letta da coloro che hanno approvato quel documento”. A riferirlo è l’arch. Claudio Rossano, già Commissario dell’ATO Calore Irpino.

“Stranamente – continua Rossano – l’importante documento – che dovrebbe essere alla base della gara per l’affidamento del servizio idrico integrato – non riporta neanche i nominativi dei tecnici estensori – solo una breve dizione “L’Ufficio Tecnico dell’AATO 1 “Calore Irpino”. Chi saranno mai i tecnici estensori? Quei giovani tecnici assunti in tutta fretta, senza il concorso necessario per essere assunti nella pubblica amministrazione? Eppure le cifre scritte in quel documento dovrebbero far tremare le vene ai polsi: per sanare le criticità emerse nel servizio idrico integrato il Piano prevede i seguenti importi: adduzione € 485.002.210, distribuzione € 634.920.331, adduzione e distribuzione € 3.711.225, fognature € 285.776.705, depurazione € 111.408.080, fognatura e depurazione € 125.752.290, per un investimento totale pari ad € 1.646.570.841.

Si … non avete letto male … oltre un miliardo e 646 milioni di euro, quasi una piccola “finanziaria”. Con tali costi la tariffa idrica salirà alle stelle. Se i partecipanti all’assemblea avessero letto con attenzione quella relazione sintetica si sarebbero accorti che numerosi comuni non hanno nemmeno comunicato i dati relativi al servizio idrico, di fognatura e di depurazione e mancando tali dati il Piano è quindi chiaramente incompleto e pertanto non può essere approvato dagli organismi competenti e posto a base dell’affidamento del servizio idrico. E molti rappresentanti di enti locali che non hanno trasmesso i dati del loro comune hanno avuto anche il coraggio di votare per quel piano incompleto.
Sembra inoltre che numerosi comuni non hanno nemmeno pagato le quote 2011 e 2012 di adesione all’ATO. Prima o poi tali fatti verranno accertati da chi dovrà porre l’ATO in liquidazione. Ma evidentemente si voleva approvare in tutta fretta quell’aggiornamento del Piano d’Ambito che doveva essere propedeutico all’affidamento del servizio idrico. E poiché molte erano le assenze – soprattutto nell’area di centro destra – molti comuni sono stati rappresentati in assemblea da strani individui, nemmeno residenti nei comuni che li avevano indicati. E così il dott. De Stefano – che già era stato presente nel C.d.A. dell’ATO in rappresentanza del Sindaco di Avellino Galasso (ma non era decaduto? Perchè la delibera del C.d.A. di approvazione del Piano non è pubblicata integralmente nel sito internet?) interviene e vota in assemblea come rappresentante del Comune di Ospedaletto, il papà dell’ingegnere relatore viene delegato dal Comune di Bisaccia, addirittura tal Michele Vignola (è forse il Sindaco di Solofra?) viene delegato dal Comune di Contrada.

A determinare la validità dell’assemblea è la presenza del Comune di Avellino (che ha quote pari circa al 7%). Normalmente nei comuni commissariati vige la prassi che su provvedimenti di tale natura il Commissario o i suoi rappresentanti o non partecipino al voto o si astengano. Ciò non è avvenuto e non vorrei che la posizione espressa dai rappresentanti del Comune di Avellino sia stata condizionata dal fatto che il Direttore Generale dell’ATO è lo stesso Segretario Generale del Comune di Avellino.
Mi sembra molto strano che in quella frettolosa assemblea, che ha prodotto atti di dubbia efficacia operativa, abbiano partecipato esponenti come il dott. De Stefano che ha qualche ruolo di controllo nella società Alto Calore Servizi spa, che aspira all’assegnazione dell’affidamento del servizio idrico da parte dell’ATO. Anche in altre assemblee avevano partecipato e votato esponenti della società idrica irpina. Se cosa analoga fosse avvenuta in un appalto per lavori pubblici sarebbe già intervenuta la DIA. Ma nel tempo all’ATO è avvenuto di tutto, senza controllo alcuno e per questo credo che sia ormai necessaria ed improrogabile una seria indagine”, conclude Rossano.

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