Aste Ok, i Carabinieri non hanno redatto verbali falsi: archiviate le accuse

0
1730

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino non hanno redatto nessun falso verbale nell’ambito dell’inchiesta Aste Ok, per cui, dopo la Procura (che ne aveva chiesto l’archiviazione) anche il Gip Marcello Rotondi ha condiviso le conclusioni a cui era giunto il sostituto procuratore e la discussione del difensore dei militari, il professore Giuseppe Della Monica, nel corso della discussione in aula della opposizione all’archiviazione presentata dal professore Carlo Taormina per conto di Gianluca Formisano, archiviando le accuse nei confronti dei militari dell’Arma. Per questo motivo sono cadute le accuse nei confronti del capitano Pietro Laghezza e dei luogotenenti Francesco Giordano e Francesco Petruzzo. I verbali di sommarie informazioni dei testi non erano stati manomessi e nessun abuso in atti d’ufficio o violenza privata era stata commessa all’atto della escussione dei testi da parte dei militari. Si chiude dopo circa due settimane dalla discussione in aula della opposizione, la vicenda che aveva animato anche il processo in corso davanti al Tribunale di Avellino. Tanto che i militari Giordano e Petruzzo erano stati ascoltati con l’assistenza di un legale.
Le indagini erano state avviate dopo la trasmissione degli atti da parte del Tribunale di Avellino (il collegio presieduto dal giudice Roberto Melone), dei verbali relativi alle testimonianze in aula di Ciriaco e Caterina De Nardo (16 e 30 settembre 2022) e Daniela Marra, sempre a settembre 2022. A questi due verbali trasmessi dallo stesso Tribunale si era aggiunta a novembre la querela sporta contro i Carabinieri dall’imprenditore di Serino, attualmente ancora ai domiciliari.

Cosa avevano riferito i testi. I De Nardo, padre e figlia, avrebbero parlato di una escussione come persone informate sui fatti, quella avvenuta nell’aprile 2021, nella quale il padre avrebbe firmato un verbale che poi era stato strappato per un presunto errore dai Carabinieri, precisando che non era stato letto e adombrando eventuali circostanze che non aveva riferito. Sua figlia invece aveva raccontato di aver firmato un verbale che doveva confermare quello del padre, senza leggerlo. Quasi come se fosse stata costretta a farlo. Al centro della vicenda la presunta dazione di cinquemila euro data al Formisano per garantire che non partecipasse all’asta per un terreno di Montoro e quella di un opificio. La Marra avrebbe invece riferito che i settemila euro versati a Formisano non erano una somma per farlo uscire dell’asta ma una fattura per prestazione professionale dello stesso.
LE INDAGINI
A quanto pare per la Procura la questione dei De Nardo i verbali redatti dai Carabinieri non avrebbero contenuto circostanze tali da dimostrare incontrovertibilmente il falso ne’ la violenza privata. Del resto non erano state neppure sporte denunce nei confronti dei militari da parte dei due testimoni per le presunte pressioni. La Marra in aula si era poi avvalsa della facoltà di non rispondere. Sulla vicenda Marra aveva anche deposto in aula e nei suoi verbali una delle imputate principali del processo, ovvero Livia Forte.