MONTELLA- Si è chiuso con la formula assolutoria più ampia il processo davanti al giudice monocratico Sonia Matarazzo nei confronti di Gilberto Soriano, rappresentante legale dell’Azienda Agricola e della annessa struttura ricettiva di località Trucini a Montella nota come “Fattoria Rosabella”. Dopo cinque anni dai fatti, per Soriano, difeso dall’avvocato Adriano Garofalo cade anche l’accusa di deposito incontrollato di rifiuti non pericolosi, ultimo capitolo di una serie di contestazioni a carico dell’imprenditore che erano già venute meno in fase di indagini preliminari.
La vicenda, infatti, ha avuto origine da una serie di controlli condotti nell’agosto 2020, che avevano portato alla formulazione gravi ipotesi di reati ambientali ed edilizi.
Nonostante l’importanza e la serietà delle accuse, la maggior parte di esse era già venuta meno in fase di indagini preliminari, con conseguente decisione della Procura della Repubblica di non disporre il rinvio a giudizio per la gran parte dei capi d’imputazione originari. Dopo dieci udienze e una serie di testimonianze, l’ultima in ordine di tempo quella di un tecnico comunale in pensione e nonostante la richiesta di condanna a sei mesi avanzata al termine della sua discussione dalla Procura, il Tribunale ha ritenuto che anche le residue accuse non fossero fondate, così come aveva sostenuto il legale dell’imprenditore, l’avvocato Garofalo. Del resto il vero paradosso è che, come sostenuto fin dall’inizio del processo dalla difesa, proprio l’imprenditore che si era fatto carico di una imponente bonifica dell’area, acquistata dal Comune di Montella, indicato come parte offesa nel procedimento, potesse finire a processo per presunti illeciti di carattere ambientale.
Ma qual era l’accusa? L’imprenditore, nelle more del richiesto allaccio della sua proprietà e della stessa struttura ricettiva alle fogne, avrebbe, secondo l’ipotesi accusatoria gestito in assenza della prescritta autorizzazione un’attività di raccolta e smaltimento di rifiuti costituiti da reflui civili/acque reflue dei servizi igienici del parco, facendoli confluire in vasche non a norma.
Condotte per le quali avrebbe realizzato “un deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi e liquami codice cer 20.03.04).” Il processo ha stabilito il contrario, assolvendo il Soriano con la formula più ampia, quella che sancisce che “il fatto non sussiste”, ribaltando completamente le accuse nei suoi confronti. La sentenza è stata accolta con grande soddisfazione dal titolare della “Fattoria Rosabella” e dal suo difensore, che attendono ora il deposito delle motivazioni della sentenza, che dovrebbero essere rese note entro trenta giorni.