Ariano – E’ stato tratto in arresto dai Carabinieri del Radiomobile di Ariano Irpino il 31enne, Giampaolo Cecere di Napoli, che era riuscito a sfuggire alla cattura della Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione, denominata “Croce Cangiani”. L’uomo, si trovava in un’auto con alcuni familiari, e avrebbe dichiarato agli uomini del Capitano Gianluca Piasentin che si stava dirigendo nel Carcere del Tricolle per costituirsi. Ammanettato, dopo l’espletamento delle procedure di rito, il 31enne è stato tradotto in Carcere. Secondo il Sostituto della Dda di Napoli, Raffaele Marino, il Cecere insieme al 35enne Marco Salvati, al 47enne Sergio D’Andrea, al 30enne Giovanni Di Vaio, e al 21enne Ciro Campochiaro, tutti napoletani e ritenuti affiliati al Clan Cammino, avrebbero fatto ricorso ad ogni mezzo, comprese minacce armate e accoltellamenti, per eliminare la concorrenza nel settore del trasporto degli infermi. Avrebbero, inoltre, vessato anche i familiari di ammalati da trasportare chiedendo somme enormi, tra i 300 e i 500 euro a fronte di una tariffa comunale di 45 euro. Le accuse sono di estorsione aggravata, illecita concorrenza con violenza, minaccia e lesioni, reati tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’associazione camorristica operante nei quartieri collinari della città partenopea. Nel corso dell’operazione i poliziotti hanno sottoposto a sequestro la sede della ditta e sei ambulanze. Sono stati inoltre sequestrati denaro e conti correnti intestati a Salvati per un importo di circa 400 mila euro. Nel corso della perquisizione trovati anche 25 Rolex di grande valore e quattro coltelli. Secondo la ricostruzione dei fatti da parte della Procura, la Croce Cangiani, nel periodo dal 2003 ad oggi avrebbe tentato con ogni mezzo di eliminare la concorrenza delle altre associazioni private. In particolare – sostiene l’accusa – il presidente, Salvati, avrebbe più volte aggredito i dipendenti delle altre croci concorrenti, minacciandoli anche con armi e colpendo con una coltellata a un piede uno dei dipendenti di un’altra associazione. Fatti molto gravi verificatisi all’interno dell’ospedale Cardarelli dove viene coordinata l’attività di soccorso di emergenza. Nemmeno il personale di vigilanza del nosocomio veniva risparmiato. Ad una guardia giurata che aveva chiesto ai rappresentanti della Croce Cangiani l’esibizione del certificato di dimissione del paziente, Salvati, secondo quanto sottolinea la Procura, aveva procurato lesioni varie dopo averlo aggredito. Ma, ancora più odiose erano le intimidazioni ai parenti degli ammalati costretti a pagare cifre ingenti per il trasporto dei parenti. La situazione è precipitata nei giorni scorsi quando ignoti hanno appiccato il fuoco ove erano depositate le ambulanze appartenenti ad una delle ‘croci’ oggetto di continue e recenti minacce con la distruzione di gran parte dei mezzi e delle attrezzature. (Emiliana Bolino)
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