Ariano Irpino – Il consiglio comunale è riunito in seduta permanente e gli organi consiliari sono pronti a compiere gli atti immediati nel caso in cui dovesse diventare imminente l’arrivo dei rifiuti a Difesa Grande: un’attesa snervante che ricadrà innanzitutto sugli abitanti della contrada più famosa d’Italia per aver ricevuto uno degli sversatoi più vasti d’Europa. Tutti sanno che gli autocompattatori non arriveranno nelle prossime ore, perché occorre mettere nuovamente in moto l’impianto e verificare la tenuta dell’ordine pubblico, ma il timore che l’area possa essere blindata, come già accaduto in altre occasioni, mette comunque l’angoscia addosso alla gente, spaventata da quella che viene vissuta come una forzatura contro la quale sarà difficile combattere. Le istituzioni tenteranno di bloccare i provvedimenti emessi in questi giorni, a cominciare dall’ordinanza firmata da Romano Prodi lo scorso 18 gennaio, minandoli sotto l’aspetto della legittimità, ma questo non servirà a fermare i camion pieni di rifiuti, che praticamente già scaldano i motori per giungere quanto prima a Difesa Grande e non servirà per fermare chi avverte esasperazione verso un incubo che non finisce più. Per il fine settimana dovrebbe tenersi anche il consiglio comunale aperto ai parlamentari affinché la situazione sia portata a conoscenza del parlamento. L’avvocato Giovanni La Vita, portavoce delle associazioni ambientaliste, ricorda di aver commentato il precedente episodio, che portò alla riapertura concordata della discarica per venti giorni nell’estate del 2007, come una vittoria di Pirro, cioè di un inutile e debole contentino fatto ad Ariano Irpino in cambio di nulla e adesso invita a riflettere per evitare di commettere altri errori. La sensazione è che al momento manchino assolutamente i presupposti per ipotizzare le barricate come avvenne nel 2004, quando una rivolta di popolo costrinse il governo a chiudere la discarica, sembra passare la linea della pacatezza, perché Ariano Irpino si sente forte della legge che ha chiuso definitivamente quel maledetto impianto di Difesa Grande e continua a sperare nel rispetto dei principi fondamentali dello stato di diritto, ma se tutto questo non dovesse bastare la reazione potrebbe essere non immaginabile e non più contenibile. Intanto la politica, le associazioni e i cittadini hanno vinto una prima battaglia di civiltà: essere uniti evitando le facili strumentalizzazioni che in passato non sempre hanno aiutato a far uscire la città dai momenti di difficoltà.
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