“L’antifascismo non è una bandiera da riporre nel cassetto del passato, ma una pratica politica viva”. È da questa idea semplice e radicale che nasce Orgoglio Antifascista – 80 anni di liberazioni, la campagna nazionale realizzata da CHEAP, progetto di arte pubblica femminista e indipendente, per Arci. Un invito a portare l’antifascismo nelle strade, nella vita quotidiana, nei gesti collettivi. Una campagna diffusa e capillare, da nord a sud del paese, un attraversamento politico e visivo che tocca oltre 40 città italiane, dai grandi centri urbani alle province.
Arci e CHEAP scelgono di ribadire con forza che l’antifascismo è una postura politica attuale, che si rinnova nella partecipazione, nelle lotte, nella memoria viva.
I manifesti affissi, ad Avellino come in tutta Italia, attraversano 80 anni di mobilitazioni e resistenze: dalle partigiane ai movimenti femministi, dagli operai in sciopero alle manifestazioni contro il razzismo e la guerra, fino alle civili e ai civili sulle barche di soccorso nel Mediterraneo. Sono fotografie d’archivio, scelte con cura da CHEAP e Arci, concesse da fotografi e archivi che hanno documentato l’Italia delle lotte: Agnese De Donato, Luciano Nadalini, Fototeca Gilardi, Fondo Anpi, Dino Fracchia, Uliano Lucas, Margherita Caprilli, Michele Lapini, Mediterranea.
“Orgoglio antifascista” è il titolo e il cuore simbolico della campagna, – spiega il Presidente di Arci Avellino, Stefano Kenji Iannillo – un modo di stare al mondo, di dichiarare da che parte si sta. Un gesto di rivendicazione chiaro, per un antifascismo fiero, radicale e necessario. Il Governo ci ha chiesto di vivere in maniera “sobria” questo 25 aprile appena passato, ma noi crediamo sia necessario abitare lo spazio pubblico con consapevolezza e memoria, per difendere un’idea di libertà che non si è mai spenta. Oggi, con l’ascesa di sovranismi e nazionalismi non solo in Europa, ma in tutto il mondo, è necessario ribadire che l’antifascismo, gli antifascisti sono ancora qui, ovunque. Anche e soprattutto in una piccola città come Avellino, dove pure si sono verificati episodi che fanno rabbrividire, come la campagna di Blocco Studentesco nelle scuole che equiparava l’antifascismo alla mafia”.
Al centro dell’azione comunicativa c’è la pratica dell’affissione come atto collettivo: i manifesti invadono le città per creare nuove immagini, nuove narrazioni urbane. La campagna di comunicazione vive nel dialogo tra strada e rete – saranno proprio le foto dei manifesti affissi nei territori a costruire l’immaginario digitale della campagna.
La campagna proseguirà oltre il 25 aprile, fino ai primi giorni di maggio, coinvolgendo decine di città tra cui Palermo, Torino, Lecce, Ferrara, Genova, Ravenna, Bologna, Pescara e molte altre. Un’azione comunicativa realizzata anche grazie alla rete di comitati e circoli Arci presenti in Italia, che ha l’obiettivo di portare l’Orgoglio Antifascista negli spazi pubblici di tutto il Paese.