Aggressione ad ambulante, cade l’accusa di tentata estorsione: fu violenza privata

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GIP

SERINO- Rischiavano una condanna a tre anni e sei mesi (tanti ne erano stati invocati dal pm al termine della requisitoria) per accuse contestate a vario titolo di tentata estorsione aggravata consumata ai danni di un ambulante del salernitano e di resistenze e oltraggio ad un pubblico ufficiale, intervenuto per bloccare l’aggressione all’ambulante. L’istruttoria nei loro confronti e le discussioni in aula hanno portato il Tribunale di Avellino ad accogliere la tesi subordinata a quella dell’assoluzione avanzata nella sua discussione dal penalista Gerardo Santamaria, che difendeva i due imputati, un settantaduenne di Avellino e un ventiseienne di Avellino. I giudici hanno condannato ad un anno e tre mesi i due per violenza privata.
IL FATTO
Secondo l’accusa il settantaduenne avrebbe minacciato nel luglio 2020 l’ambulante che si trovava sul Raccordo di consegnargli il materiale che vendeva perché voleva anche lui intraprendere quel commercio, ricevendo una risposta negativa gli avrebbe intimato di non tornare più in zona altrimenti avrebbe dato fuoco alla sua vettura e nella stessa occasione aveva anche lanciato in aria i rotoloni di carta. Qualche tempo dopo, siamo al 6 agosto 2020, mentre l’ambulante si trovava a Serino, era stato aggredito con un pugno dallo stesso settantenne, che gli aveva intimato di andare via e l’aveva minacciato, colpendolo poi insieme al ventiseienne coimputato. A bloccare l’aggressione l’intervento di un militare della Gdf fuori servizio che, notata la scena, aveva bloccato i due e avvisato i Carabinieri. Lo stesso militare era stato minacciato dal settantenne, da qui solo per lui l’accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
LA DIFESA: NESSUNA ESTORSIONE
Il penalista Gerardo Santamaria nella sua discussione ha messo in evidenza alcune contraddizioni emerse tra le sommarie informazioni rese nell’immediatezza dei fatti dalla vittima e successivamente in aula. Evidenziando come, anche volendo riconoscere la minaccia e la violenza, non era evidente nessun profitto, visto che il settantaduenne era impegnato a livello lavorativo in tutto altro settore. Nessuna possibilità di contestare la resistenza e l’oltraggjo al militare, perche’ era intervenuto in borghese e libero dal servizio e non poteva essere noto al settantaduenne che si trattasse di un pubblico ufficiale. Da qui, anche in attesa delle motivazioni che lo dovrebbero confermare, l’assoluzione per l’imputato.