Adiglietti disponibile alla riconferma ma…

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Tra una fibrillazione e un’altra e qualche scossone di troppo, il partito di via Carlo Del Balzo è chiamato ad affrontare un ‘nuovo’ ed importante appuntamento: il rinnovo dell’organigramma cittadino. L’assemblea congressuale fissata per il 29 aprile prossimo ha già dato il là per intavolare la discussione su chi sarà il nuovo segretario cittadino. C’è chi vorrebbe la riconferma di Gerardo Adiglietti che dopo un iniziale diniego ha fatto sapere ai suoi compagni di essere intenzionato ad accettare l’incarico a patto che siano tutti d’accordo. Un messaggio chiaro diretto a D’Ambrosio e company ‘rei’ di essere – almeno per il momento – chiusi al confronto. E’ chiaro che al centro del dibattito c’è la divisione all’interno della Federazione irpina fra le due componenti, quella che fa capo a Mussi con l’appoggio del presidente D’Ambrosio, della De Simone, Aurisicchio e Giusto e l’altra più vicina all’ala bassoliniana, con D’Amelio, Adiglietti, Lucio Fierro ed autorevoli esponenti sindacali. Un ripensamento frutto, probabilmente, di un importante risultato raggiunto nella scorsa tornata elettorale.
“C’è un ragionamento che i compagni riformisti della sezione stanno facendo e che fa riferimento al percorso elettorale che abbiamo compiuto. Attraverso un voto regionale che per la prima volta si avvicina a quello amministrativo. Ovviamente questi risultati danno autorevolezza all’intero gruppo dirigente in funzione di appuntamenti importanti come le elezioni politiche. In vista di ciò i compagni pensano che sia sbagliato cambiare chi ha diretto ad oggi la segreteria cittadina. C’è un invito a restare al mio posto. C’è una considerazione che fa riferimento ai compagni del Consiglio comunale di Avellino, agli assessori che sanno che siamo impegnati in una verifica serena e seria. Nella quale stiamo tentando di attualizzare il programma e definire alcuni obiettivi che riteniamo prioritari. E’ un lavoro cominciato subito dopo il voto regionale e che richiede impegno, senso di responsabilità e loro stessi evidenziano la necessità che il garante di questo percorso possa essere chi lo ha incominciato”.
Alla luce di questo invito, Adiglietti cosa farà? Ritornerà sui suoi passi?
“Per la verità ci sono delle indecisioni. Mi accorgo che la tensione unitaria che ha animato il nostro lavoro in questi anni si va indebolendo e c’è il rischio reale che si possa ritornare a situazioni antiche nelle quali prevaleva il senso di appartenenza a questa o a quella sensibilità piuttosto che la necessità di corrispondere in modo positivo ad un processo e percorso concordato. Se ci dovesse essere larga corrispondenza sull’analisi fatta che porta i compagni a farmi restare, lo farei”.
Se non dovesse avere invece comunione di intenti?
“Non accetterei”.
Facendo un excursus sul lavoro svolto nella segreteria del suo partito, quali, ritiene siano gli obiettivi centrati?
“Credo di aver proseguito un lavoro fatto dai miei compagni rivitalizzando la sezione cittadina, ponendo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica una discussione e confronto sui problemi della nostra collettività. Avere oggi una sezione che conta oltre 300 iscritti è il frutto di un lavoro coinvolgente che ci ha portato ai risultati dei quali abbiamo parlato prima. Non era semplice, un intero gruppo dirigente si è misurato su questo percorso cercando di giungere agli obiettivi più importanti. E’ indiscutibile il dato che vede la nostra sezione punto di riferimento di professionisti, impiegati, operai e giovani. Credo sia il risultato del lavoro che abbiamo svolto ed è indiscutibilmente vero che l’opinione pubblica cittadina guarda a noi con la speranza di quanti credono che questa sezione cittadina ha bisogno di una sinistra vicina alla gente non in modo teorico ma concreto; che in sintesi sia una sinistra capace di governare”.
Ad oggi lo è stata?
“Faticosamente credo di sì, pur in un confronto complicato tra le principali anime del centrosinistra cittadino. Abbiamo dovuto combattere e combattiamo ancora spinte egemoniche con difficoltà ma con coerenza. Tentiamo di far crescere nel centrosinistra l’esigenza di affrontare i problemi della città con lo spirito e i valori di chi sa che la politica è la capacità di analizzare e poi di organizzare le risposte ai bisogni della propria collettività”.
Dovendo fare un ‘mea culpa’, quali sono i suoi maggiori crucci?
“Quando si è sin da giovani portati a vivere esperienze organizzative forti, non ci si accorge mai della utilità o inutilità dei propri sacrifici. Ho tentato di mettere insieme le radici di questo partito con quanto di nuovo si presentava. Forse questo è un processo ancora in corso. La mia delusione consiste, forse, nel fatto che permangono radicalismi e contrapposizioni che nulla hanno a che vedere con la politica”.
A tal proposito cosa vorrebbe dire a D’Ambrosio e Aurisicchio?
“Vorrei dire tante cose, non tanto alle persone quanto a ciò che esse rappresentano. Mi auguro che nel prossimo futuro possa essere possibile”. (Teresa Lombardo)

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