Acqua pubblica, pronto tavolo sul futuro dell’Alto Calore. I comitati: “Del Basso De Caro chiarisca la sua posizione”

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Lunedì 21 gennaio, alle ore 10, si terrà un tavolo istituzionale a Palazzo Caracciolo con la presenza del Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione, i vertici di ACS, i soci dell’azienda e i comitati per l’acqua pubblica per individuare e valutare nuove soluzioni, che garantiscano un eventuale supporto concreto del governo e della Regione per risolvere i problemi di Alto Calore.

A questo tavolo sono stati anche invitati dei membri dell’ottava commissione della Camera dei Deputati  (Ambiente Territorio e Lavori Pubblici) tra cui l’on. Del Basso De Caro e l’on. Generoso Maraia. E già sorgono i primi dubbi sulle intenzioni dietro questa operazione. I primi a farsi sentire sono i componenti del Comitato Acqua Bene Comune – Aspettando Godot, i quali fanno presente che “Del Basso De Caro è ormai una figura ben nota in Irpinia a causa della sua forte volontà di privatizzare ACS, con l’ingresso nella S.P.A. di GESESA”.

Nel comunicato si ricorda come la Regione Campania abbia stanziato “60 milioni per la manutenzione delle reti, fondi che non possono andare ai privati perché anche il vicepresidente Fulvio Bonavitacola ha chiarito più volte che nemmeno un euro potrà essere assegnato all’Alto Calore Servizi se cambierà l’attuale assetto societario, che vede la totalità delle azioni nelle mani dei Comuni e della provincia di Avellino. Dunque, ai fini di bloccare la privatizzazione ed essere fedeli al referendum del 2011, sarebbe stato più opportuno invitare membri del Ministero del Bilancio per affrontare il discorso del finanziamento da parte della Cassa Depositi e Prestiti”.

“C’è anche la possibilità che in questo momento non vogliano privatizzare – prosegue la nota del Comitato Acqua Bene Comune -. Quindi aspetteranno prima di riparare le reti con i soldi pubblici e dopo farebbero entrare GESESA nella S.P.A.. E la presenza di Del Basso De Caro è inquietante perché fa presagire una non imminente privatizzazione. Del Basso De Caro è un paladino della privatizzazione. In passato per convincerci a far entrare GESESA in ACS si è anche spinto a dire che Acea è pubblica, ignorando l’esistenza in Acea del faccendiere Caltagirone, della multinazionale francese Suez e della Banca Norvegese”.

In conclusione “Noi della Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot vigileremo sempre e non permetteremo che la volontà di 27 milioni di cittadini sia messa sotto i piedi. Al tavolo parteciperanno l’avv. Anna Maria Pascale della Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot e l’avv. Giuseppe Grauso referente regionale del Forum dei movimenti per l’acqua. Loro proporranno le soluzioni per la ripubblicizzazione suggerite dal giurista Alberto Lucarelli, uno degli estensori dei quesiti referendari”.