Avellino – Poco più di due mesi e poi terminerà l’esperienza formativa del progetto “L’arte del Sud…Gusto e Con-Tatto” che ha visto assegnare borse lavoro ad alcuni ragazzi con precedenti nella tossicodipendenza. I partecipanti al progetto sono stati inseriti a pieno titolo nel mondo della ristorazione e produzione alimentare. Un’idea, questa, nata dal Piano di Zona Sociale A3 di Avellino, in collaborazione con l’Associazione di Volontariato La Casa sulla Roccia, il Ser.t ASL AV2, l’Associazione ACLI Project Onlus, l’Associazione Madre Coraggio contro la droga, l’Associazione Cuochi Avellinesi e l’Associazione Onlus Don Tonino Bello. Ed i risultati sono più che positivi. Per i ragazzi coinvolti è stata un’esperienza indimenticabile, ma soprattutto una seconda opportunità per re-inserirsi nella società, passo non facile per chi alle spalle ha storie di dipendenze. È positivo il bilancio tracciato dal titolare del panificio che ha accolto alcuni giovani ospiti della Casa sulla Roccia. “Inizialmente – ha spiegato il responsabile dell’esercizio – c’è stato un momento di smarrimento perché questi ragazzi sono stati introdotti in un ambiente di lavoro sconosciuto. La panificazione comporta grossi sacrifici anche in virtù degli orari di lavoro. Ma questi giovani, ormai abituati ai ritmi, si danno molto da fare e si impegnano al massimo affinché il prodotto che vanno a realizzare sia di ottima fattura. Sono stimolati e per questo sono poche le volte in cui non riescono a raggiungere l’obiettivo prefissato. Il mio augurio è che dopo l’esperienza di questo progetto, possano trovare la giusta strada da intraprendere nel mondo del lavoro. Il settore della panificazione è molto vasto e richiede operai specializzati”. Entusiasta anche una delle giovani ragazze che ha partecipato al progetto “L’arte del Sud…Gusto e Con-Tatto”. “Ho imparato a fare cose che prima non immaginavo. Mi occupo soprattutto della pasticceria secca e mi piace perché posso dare sfogo alla mia creatività. Faccio volentieri ogni tipo di mansione e spero proprio di poter proseguire in questo settore una volta terminato il progetto. È vero che bisogna fare dei sacrifici, ma ogni sforzo è ricompensato dalla gratificazione di vedere il prodotto finito. Ma sicuramente questo sarà il mio futuro”. Dalla panificazione alla ristorazione il passo è breve. Per un ragazzo impegnato presso un noto ristorante della provincia, lavorare a stretto contatto con la cucina di una locanda è stato come realizzare un sogno. “Ho sempre avuto la passione per questo tipo di lavoro e mi piace maggiormente cucinare alla brace, ma non mi sottraggo a nessun incarico. È un ambiente familiare e accogliente per questo spero di poter continuare”. Ed anche la titolare ha parole di apprezzamento per il suo ‘ospite’ proveniente dal Ser.t.. “E’ un ragazzo volenteroso e disponibile, sempre pronto a dare il proprio contributo quando è necessario. Ho aderito a questo progetto favorevolmente perché credo che questi ragazzi con precedenti nella droga debbano riscoprire il valore della vita e apprezzare le gioie del lavoro”.
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