Abuso d’ufficio, alla Consulta anche un avvocato irpino discuterà contro l’abrogazione della legge

0
941
Palazzo della Consulta

SOLOFRA – Nella battaglia contro l’abolizione dell’abuso d’ufficio c’è anche l’Irpinia. Ci sarà infatti anche l’avvocato irpino Luisa Caprio, dello studio legale Clemente-Caprio di Solofra, questa mattina davanti ai giudici della Corte Costituzionale a sostenere la tesi per cui non è legittima costituzionalmente l’abrogazione della norma voluta dal Governo che ha cancellato il reato di abuso in atti d’ufficio dal codice penale. Presente in aula anche l’avvocato Romolo Clemente. Tra le discussioni per la posizione di Vincenzo Clemente, infatti, è prevista la discussione dell’avvocato Caprio e dell’avvocato Manlio Morcella, entrambi discuteranno per l’ordinanza 50/2025.
Si tratta del risultato ottenuto a febbraio scorso dallo studio Clemente-Caprio, l’ultima ordinanza in ordine di tempo, delle quattordici emesse dalla Corte di Cassazione con cui le questioni sono state sollevate. Un’ordinanza di diciotto pagine della Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, presieduta da Giorgio Fidelbo, che ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, lett. b), della legge 9 agosto 2024, n. 114, che abroga l’art. 323 cod. pen., in riferimento agli artt. 11 e 117, primo comma, della Costituzione, in relazione agli artt. 1, 7, quarto comma, 19 e 65, primo comma, della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell’ONU il 31 ottobre 2003, con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003 e ratificata con legge 3 agosto 2009, n. 116. La Cassazione avevano deciso di rimettere gli atti di una vicenda giudiziaria legata alla decadenza del consigliere comunale Vincenzo Clemente alla 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 per valutare le legittimità dell’abrogazione della norma, l’abuso in atti d’ufficio, voluta dal ministro Carlo Nordio. Come avevano sottolineato in una nota gli avvocati dello Studio Clemente-Caprio, in particolare a seguire l’iter l’avvocato Romolo Clemente, si tratta di “una questione di fondamentale importanza per la tutela della 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Con questa pronuncia, emessa nell’ambito del procedimento in cui noi dello rappresentiamo la parte civile, la Suprema Corte dubita della legittimità costituzionale dell’𝐚𝐛𝐫𝐨𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐞𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐛𝐮𝐬𝐨 𝐝’𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨, introdotta dalla 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐧. 𝟏𝟏𝟒/𝟐𝟎𝟐𝟒”.

Il caso riguarda un segretario comunale condannato sia in primo che in secondo grado per aver illegittimamente fatto decadere un consigliere comunale dalla sua carica a Solofra nel 2011. Si legge nella nota dello Studio Legale Caprio Clemente che: “La Cassazione evidenzia come l’abrogazione dell’abuso d’ufficio lasci un vuoto di tutela rispetto agli obblighi internazionali assunti dall’Italia con 𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐎𝐍𝐔 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐫𝐢𝐝𝐚, che impone di mantenere efficaci strumenti di prevenzione degli abusi dei pubblici funzionari. Come ricordato dalla stessa Corte, l’𝐚𝐛𝐮𝐬𝐨 𝐝’𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 rappresentava uno strumento essenziale per sanzionare le condotte dei pubblici ufficiali che, violando i principi di imparzialità e buon andamento della PA, causavano intenzionalmente danni o vantaggi ingiusti. La sua abrogazione, secondo la 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, non è stata compensata da adeguati strumenti alternativi di prevenzione. I rimedi amministrativi e disciplinari esistenti sono infatti frammentari e non sempre attivabili”.

Intanto resta una partita e una battaglia aperta: “𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐜𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐞: dovrà valutare se l’eliminazione di questo importante presidio sia compatibile con gli obblighi internazionali dell’Italia e con i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione. 𝐏𝐫𝐨𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐭𝐚̀ 𝐠𝐢𝐮𝐫𝐢𝐝𝐢𝐜𝐚 costituendoci nel giudizio davanti alla 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞, per contribuire a ripristinare un 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐛𝐮𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞”. Quello che è avvenuto e per cui oggi ci sarà la discussione. A rappresentare il Governo nel corso della discussione davanti alla Corte Costituzionale sarà l’Avvocatura dello Stato (in particolare gli avvocati Ettore Figliolia, Lorenzo D’Ascia e Massimo Di Benedetto).