Abolizione delle Province? D’Addesa contrario

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Avellino – “L’assenza dell’Ente Provincia dal dibattito politico, a seguito del commissariamento per le dimissioni dei consiglieri demitiani e del centrodestra, induce a fare alcune riflessioni sulla funzione e sull’esistenza stessa delle Province”. L’ex consigliere provinciale Erminio D’Addesa esprime il suo punto di vista in merito ad un tema particolarmente gettonato dalla stampa nazionale: l’abolizione delle Province, un provvedimento pensato per il contenimento delle spese della politica.
E’ in atto da un po’ di tempo una campagna demagogica e trasversale a molte forze politiche che spinge verso l’abolizione delle Province ai fini del contenimento della spesa pubblica. Ovviamente qualcuno, per raggiungere lo stesso obiettivo economico, potrebbe proporre di abolire i Comuni per passare alla creazione di aree metropolitane o comprensoriali, o le Regioni stesse che, sebbene previste dalla Carta Costituzionale, hanno visto la luce solo nel 1970; o pensare anche all’abolizione di qualche altro Ente; tutto ciò ovviamente rientra in ipotesi di fantapolitica. La Provincia come il Comune rappresenta un’antica istituzione e svolge una funzione molto importante, anche se non molto conosciuta, al servizio della collettività e del territorio. Nel corso dell’ultimo anno molte sono state le iniziative a livello istituzionale per affermare la funzione della Provincia come Ente di ‘area vasta’ a cui assegnare competenze al momento di altri organismi e pertanto non si comprende questa campagna di delegittimazione portata avanti da vari settori del mondo politico e da vari organi di stampa. La Provincia in questo disegno deve assorbire tutte le competenze che attualmente sono di altri Enti che vanno aboliti quali gli Ato idrici e gli Ato rifiuti e sarebbe veramente un fatto importante. In Campania già è stato previsto il trasferimento dei Consorzi Samaltimento Rifiuti alle Province anche se prorogato già due volte per motivi organizzativi. Le Province svolgono una funzione importante nel campo dell’edilizia scolastica, della viabilità, della cultura e del turismo e queste attività sono mal conosciute da gran parte dei cittadini che in prima istanza riescono a percepire bene le attività dei Comuni anche per una semplice questione di vicinanza. Si è discusso anche della diversificazione delle funzioni amministrative tra i Comuni e le Province proponendo di assegnare a quest’ultime la cura del territorio riservando ai primi l’attività amministrativa diretta alle persone. In Campania inoltre la Regione, che dovrebbe legiferare e programmare, non ha concesso la delega alle Province in vari settori come ad esempio la Formazione Professionale, riservandosi la gestione della materia. L’Ente Provincia va pertanto rilanciato aumentandone le competenze nel campo delle infrastrutture, dell’edilizia scolastica, del turismo, della cultura, dell’ambiente, della difesa del suolo e delle acque, della forestazione , settore attualmente di competenza delle Comunità Montane e da queste gestite in maniera clientelare. Ultima nota a favore del mantenimento delle Province il fatto che la cronaca ci consegna rari casi di malgoverno afferenti a questo Ente mentre sono frequentissimi ai livelli regionali e comunali e gli eventi campani ed abruzzesi ne sono la prova più evidente”.

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