A.A.A. cercasi sito.Diventa drammatico il caso rifiuti ad Avellino ed in Irpinia

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Un’isola di trasferenza per arginare l’emergenza rifiuti che approda con prepotenza in territorio irpino. Realtà o utopia?… Un progetto che il Cosmari Avellino 1, guidato dal presidente Raffaele Spagnuolo, porta avanti attraverso un lavoro di pianificazione celere per quanto permettano i classici tempi della burocrazia. Una necessità imprescindibile, quella del sito, per fronteggiare una situazione che davvero mostra connotati ostici. “Non siamo in grado di gestire nulla senza un’imballatrice e il seguente trasferimento dei rifiuti all’estero. Soprattutto ora che non c’è più la possibilità di portare le ecoballe in Germania”. E detto fatto, il progetto assume forma e lineamenti che appaiono concreti: “Abbiamo individuato alcune aree, ma manteniamo ancora sulle stesse un assoluto riserbo – sostiene il presidente Raffaele Spagnuolo – L’Arpac continua le analisi sui siti per appurarne l’idoneità. Dunque ancora una fase di valutazione, anche se le nostre idee sono chiare”. E proprio questa mattina alle 11.30 è fissato un ennesimo appuntamento per procedere ai rilevamenti del caso. Intanto arriva la secca smentita del presidente sulle voci che riguardano l’individuazione del sito auspicato nel comune di Monteforte. Solo ipotesi, dunque, perché nulla è ancora certo. Ma i riflettori sono ora puntati sull’Ente provincia: con l’entrata in vigore del decreto Ronchi, infatti, i poteri relativi alla salute pubblica sono nelle mani della Provincia che deve attivare le procedure per dare il consenso ad imballare i rifiuti e creare il sito di cui tanto si discute. “La Fibe è senza dubbio nell’occhio del ciclone e dovrà rispondere di eventuali danni. Ora, però, sono le istituzioni a dover agire e ad assumersi le proprie responsabilità agendo nel più breve tempo possibile”. Intanto le speranze sono parzialmente riposte nel Cdr di Pianodardine. “L’impianto lavora come una sorta di deposito ma non può provvedere alla lavorazione dei rifiuti. I tempi?… Senz’altro brevi. Tutto dipende dal livello di saturazione”.
Ma le speranze sono destinate a fare i conti con una realtà fatta di cassonetti colmi e soprattutto di una ordinanza di chiusura che giunge direttamente ed improrogabilmente dalla Magistratura partenopea. “L’Asa continua a scaricare all’interno dell’impianto. – sostiene l’assessore comunale all’Ambiente Antonio Spina – Si tratta tuttavia di un numero molto limitato di compattatori. Lo dimostra il fatto che molti cassonetti sono rimasti colmi senza alcuna possibilità di sversamento”. L’Asa dunque procede nei lavori utilizzando l’impianto avellinese come un semplice deposito. E a completare il quadro contribuisce l’incontro a Roma tra Catenacci e Bertolaso conclusosi con un nulla di fatto. Difatti il Governo si è trovato impreparato rispetto alla questione emergenza rifiuti perché non ha allo studio quel decreto che assegnerebbe al Commissario i poteri surrogatori rispetto alla Fibe, azienda affidataria dei Cdr campani. In Irpinia la maggior parte dei comuni si è trovata in stato di difficoltà. L’ente Provincia ha cercato di provvedere attraverso l’invio di una comunicazione giunta direttamente dal commissario straordinario nella quale si predisponevano regole relative alla tutela dell’igiene e della salute pubblica. Non solo ma si sollecitava gli stessi comuni a predisporre di siti momentanei per la raccolta dei rifiuti e a far riferimento a qualsiasi altra forma di iniziativa utile per tamponare l’ emergenza “in caso di inadempimento delle Società affidatarie”. Ma sembra che non tutti i Comuni siano stati raggiunti dal comunicato. Orizzonte poco promettente?… Ancora una volta ci pensa Catenacci che presenta una nuova istanza di dissequestro alla Magistratura partenopea. Per la serie… la speranza è sempre l’ultima a morire.

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