A/16, viadotti in avanzato stato di degrado. I dettagli dei nuovi sequestri

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Ilenia Gubitosa – Inchiesta-bis sulla sicurezza delle barriere dei viadotti autostradali: dopo gli ultimi dissequestri temporanei, mirati alla cantierizzazione di alcune tratte presenti su tutto il territorio nazionale, i magistrati avellinesi si ritrovano a prendere nuovi provvedimenti di sequestro nei confronti di Autostrade per L’Italia, affinchè la sicurezza degli automobilisti sia garantita.

Oltre alla questione barriere, sui 3 viadotti, oggetto dell’ultimo sequestro del Gip Fabrizio Ciccone, su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino, i tecnici del Mit hanno riscontrato ammaloramento e degrado della struttura stessa, con possibile spostamento del terreno, causato dal movimento franoso, su cui poggia uno dei 3 ponti in particolare.

Sono diverse le criticità emerse dall’ispezione effettuata, nei giorni 13 e 14 febbraio 2020, sui viadotti “Serra dei Lupi”, “Flumeri” e “Agrifoglio dx”, presenti sull’autostrada A/16, tra le uscite Grottaminarda e Vallata; si tratta di problematiche serie e preoccupanti che hanno allarmato i tecnici del Mit. Ebbene, l’ing. Migliorino, nella dettagliata nota inviata ai magistrati avellinesi il 17 febbraio 2020, elenca tecnicamente tutte le criticità che gravano su ogni singolo viadotto, con allegati report fotografici.

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Per il Viadotto “Serra dei Lupi”, sussistono “gravi deficit manutentivi”: alcune travi di bordo sono vistosamente lesionate, presentando alcune staffe rotte e ossidate; l’apparecchio di appoggio di una delle travi esterne, si trova in uno stato di ammaloramento avanzato con la conseguente ossidazione delle parti in acciaio e la probabile perdita della funzionalità dell’apparecchio stesso; il pulvino della pila 1, che sarebbe uno strumento di calcestruzzo sulla muratura, presenta lesioni orizzontali molto marcate con ferri di armatura a vista; i fusti di diverse pile presentano evidenti lesioni verticali che non combaciano in maniera precisa con l’armatura sottostante. Il terreno su cui è appoggiato il viadotto, è oggetto di un fenomeno gravitazionale, che negli ultimi due anni ha determinato uno spostamento di circa 16 cm dell’INPS ad una profondità di circa 4 m. Per giunta l’attuale sistema di monitoraggio predisposto da autostrade, non fornisce alcuna informazione riguardo allo stato di sollecitazione, che tale movimento franoso è in grado di generare sulle sottofondazioni del ponte e che potrebbe portare al collasso. Pertanto, la carreggiata est del viadotto deve essere inibita alla circolazione e dovrà essere completamente inibito il transito dei trasporti eccezionali. Questo perché, Autostrade non riesce a valutare con strumenti specifici, gli effetti che tali pesi possono causare sulle strutture. Difatti, ad aggravare la situazione di pericolo è la mancanza, da parte della società concessionaria, di un adeguato piano di monitoraggio e gestione delle emergenze, mirato alla tutela della circolazione stradale. Situazione non del tutto sconosciuta ad Aspi, visto che si tratta di un progetto molto affine a quello che hanno pianificato per il viadotto “Cerrano”, in provincia di Teramo.

Il viadotto “Flumeri”, è soggetto anch’esso ad un evidente stato di degrado: su molte travi di appoggio sono presenti molteplici aree con il calcestruzzo deteriorato, cavi che fuoriescono e staffe rotte, fili rovinati e una delle travi presenta ampie zone con lesioni. Anche questo ponte necessita di una interdizione della circolazione per per la sicurezza degli automobilisti.

Anche il viadotto “Agrifoglio dx”, sempre secondo i tecnici ministeriali, risulta essere in evidente stato di degrado, presentando “ammaloramento consistente in copri ferro distaccato ed armatura ordinaria a vista ossidata, sia per quanto riguarda quella longitudinale che per le staffe”.
Per quest’ultimo ponte in particolare, viene fuori che le verifiche documentate dai tecnici Aspi sono insufficienti e, per gli ispettori del Mit, non c’è mai stata alcuna verifica sulle pile del viadotto. Ne consegue, per cautela, l’unico intervento possibile, cioè quello di ridurre i carichi che gravano sulla struttura con la conseguente limitazione del traffico.

Dunque, da un lato emergono “le gravi criticità” rilevate in sede di ispezione e “l’ assoluta inadeguatezza degli interventi manutentivi sinora adottati dalla società concessionaria” per rimediare all’avanzato stato di degrado delle opere, dall’altro, emerge la questione tempi, sicuramente non brevi, di cui necessitano gli interventi di messa in sicurezza; si rendono quindi impellenti i sequestri con le conseguenti limitazioni della circolazione.

Da qui l’ordinanza del Gip del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore capo Rosario Cantelmo, su parere dell’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma, che vigila sulle autostrade del centro-sud, di sequestro preventivo riguardante ulteriori 3 ponti presenti sull’A16 Napoli-Canosa.

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