Il Convitto Nazionale oggi compie 194 anni dalla fondazione. La nostra Istituzione non è una scuola qualsiasi, è la Scuola della Città: chi è che non è passato davanti al giardino e non ha ammirato la bellezza dell’edificio? Chi è che non ha alzato gli occhi verso la meridiana storica nei caldi giorni d’estate?
Il Convitto Nazionale sorse come Collegio Reale di Avellino, allora nella Provincia del Principato Ultra, in seguito alla legge firmata da Giuseppe Bonaparte ed entrata in vigore nel 1818, secondo la quale in ogni provincia del Regno di Napoli doveva sorgere un Collegio Reale. Fu costruito lungo l’antico “viale dei pioppi”, l’ attuale Corso Vittorio Emanuele. I lavori cominciarono nel 1819 e durarono diversi anni: l’edificio fu inaugurato il 1° dicembre 1831. L’ordinamento degli studi allora prevedeva sei cattedre: lingua italiana, latinità media, latinità sublime, retorica, filosofia, matematica e fisica.
Il Convitto è il simbolo di quella humanitas che, secondo il filologo classico Isaak Heinemann, è anzitutto “filantropia”, intesa come comprensione e vicinanza a quelli che riconosciamo come nostri simili, è “educazione alla cultura”, nella quale confluisce l’eredità culturale passata, è “estetica”, per cui l’uomo è un individuo educato, raffinato, dotato di buoni sentimenti, decoroso, come si direbbe in latino; l’humanitas è in sintesi il rispetto dell’uomo in quanto tale, come scriveva anche il commediografo latino Terenzio.
Il Convitto è sempre stato il polo della vita culturale in provincia. Tra i nomi illustri che si sono formati nell’Istituzione ricordiamo: Antonio La Penna, Attilio Marinari, Dante della Terza, Giovanni Barra, Dante Troisi, Nicola Vladimiro Testa, Alfredo De Marsico, Alfonso Rubilli, Guido Dorso, Giovanni Pionati, Enrico Cocchia, Antonio Maccanico, Vincenzo Cannaviello, Enrico Capozzi, Serafino Soldi.
Dall’a.s. 1994/95 è stata sospesa la formula convittuale della residenzialità, sostituita dall’organizzazione semiconvittuale e, attualmente, al Convitto Nazionale sono annesse la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di Primo Grado, il Liceo Classico tradizionale ed il Liceo Classico Europeo, attivato nell’ a.s. 1995-96, che prende le mosse dal trattato di Maastricht e intende rispondere all’ esigenza di superare i particolarismi nazionali per costruire una coscienza europea. .
L’istituzione continua a svolgere il suo ruolo di prestigio nella formazione dei giovani irpini. Forte delle solide radici del suo glorioso passato, volge il suo sguardo al futuro in una dimensione europea e globale per la formazione delle nuove classi dirigenti, e non dimentica la lezione delle antiche arti liberali, per il progresso dell’umanità. Il liceo classico ne è la testimonianza, poiché rappresenta una forma di resistenza culturale, un atto di fede nell’idea che la formazione dell’uomo passi ancora attraverso la parola, la memoria e il pensiero critico.

