AVELLINO- Nicolina Pagnozza, praticante avvocato di 26 anni, originaria di Avellino e residente a Grottolella, che svolge la pratica presso lo studio del penalista Nello Pizza e’ la vincitrice del Certamen Oratorio in memoria di Lorenzo Scafuri, la seconda edizione che è stata celebrata oggi nell’aula di Corte di Assise di Avellino. E’ stata la sua arringa quella scelta dalla giuria tecnica presieduta per il secondo anno consecutivo dal giudice Sonia Matarazzo e composta dal presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Avellino Fabio Benigni, dal presidente della Camera Penale Gaetano Aufiero, dal giudice di pace Luisa Berardo, mamma del compianto Lorenzo, dal viceprocuratore onorario Rossella Silvestro. L’ aula Nunziante Scibelli era gremita e anche quest’ anno gli studenti del Liceo Classico “Colletta” hanno scelto il secondo premio da assegnare, quello che e’ stato assegnato ad Alessandro Porfido, per lui un premio bis, visto che l’anno scorso aveva vinto la prima edizione del Certamen. Come ha sottolineato la professore De Maio, la soddisfazione e’ anche data dal fatto che Nicolina e Alessandro siano stati entrambi alunni del Liceo Classico.
GLI UNDICI PARTECIPANTI
Undici arringhe appassionate e tecniche, una bella mattinata di oratoria e il migliore omaggio alla memoria di Lorenzo. Ad aprire la serie di discussioni sul caso scelto per la gara oratoria sono stati i tre partecipanti che rappresentavano la parte civile. Chiara De Mari, che ha discusso come parte civile, stessa scelta anche per
Noemi Pirone e Alessandra Tirone. Le arringhe difensive sono state aperte de
Beatrice Capozzi, Francesca Colantuoni,
Maria Lourdes Fabrizio, Noemi Gaeta,
Carmine Lanzillo, Nicolina Pagnozza, Alessandro Porfido e chiuse da Pasquale Russo.
IL COMMOSSO RICORDO DI LORENZO: AMICO DI TUTTI, COSTRUIVA PONTI E MAI MURI CON I COLLEGHI
Ha commosso tutti il ricordo che Nadine Sirignano, collega e amica di Lorenzo Scafuri, non senza emozione ha fatto per il giovane avvocato strappato troppo presto alla sua famiglia, ai colleghi e agli amici, tantissimi quelli che hanno partecipato all’evento: “Ho ritenuto che quest’anno dovessimo, perché mi sento di rappresentare tutti gli amici di Lorenzo, perché chi ha organizzato questa manifestazione non non rappresenta solo i colleghi. Lorenzo ha fatto qualcosa che difficilmente si trova in un’aula di tribunale: ha costruito l’amicizia con tutti e vi chiedo scusa fin dall’inizio se parlerò di lui al presente. Però per me Lorenzo è ancora qui, nelle nostre voci, nei nostri ricordi e in queste aule di giustizia che abbiamo abitato insieme a lui con passione. Questo Certamen Oratorio non è un inno alla morte, ma alla sua vita. Non è stata una scelta casuale, quella che c’è stata perché si badi, lui non e’ stato solo il vincitore dell’ ultima edizione, ovviamente prima di quella dell’anno scorso, ma perché questa è una gara di parole e di pensiero. La parola e il pensiero sono gli strumenti con cui Lorenzo ha costruito i ponti tra i colleghi e mai muri in un’epoca professionale spesso attraversato da tensione lui e’ riuscito ad essere amico tutti. Lo ha fatto con quella naturalezza che solo le persone veramente libere e leali come lui sanno fare. Lorenzo è un avvocato preparato, studia, approfondisce non si accontenta mai della prima risposta. Si confronta con garbo e le sue brillanti intuizioni, sottolineo brillanti intuizioni, non sono mai esibite come un trofeo. Le mette al servizio dei clienti, dei colleghi più giovani, persino degli avversari in giudizio con cui sa mantenere la fermezza sui diritti e la gentilezza nei modi. In lui convivono il rigore tecnico e una rara, rarissima eleganza umana. Se lo incontri in aula ti metterà di buon umore. Qui l’appuntamento per il Certamen non deve essere un rito di nostalgia quanto una chiamata alla responsabilità e alla passione. Alla responsabilità di trattarci tra colleghi, come lui usa ogni giorno: con rispetto e lealtà , con la capacità di distinguere con netezza le questioni di causa dalle relazioni personali. I clienti passano, i colleghi restano. Alla passione, che anima e muove ogni singola istanza presentata, ogni eccezione pronunciata con forza tra questi banchi, ogni arringa studiata e poi, conoscendo Lorenzo, sicuramente stravolta a braccio. Se questo Certamen saprà diventare anno dopo anno, un luogo in cui l’ eloquenza forense si unisce all’ etica dei rapporti professionali, allora Lorenzo continuerà davvero a vivere in questi corridoi e ogni volta che in udienza, nello studio, sceglieremo la correttezza invece della furbizia, l’ascolto invece dell’ arroganza, potremmo dire di essere almeno un po’ suoi allievi”. Aerre
















