Il confronto su “Governare le fragilita’”: “Il mondo cambia in peggio e l’ Italia si scopre piu’ vulnerabile”

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AVELLINO- In un mondo che cambia, spesso in peggio, il nostro Paese diventa più vulnerabile, più fragile, come hanno scritto nell’opera realizzata a quattro mani i professori Roberto Garofoli e Bernardo Mattarella. “Governare le Fragilita’” di un Paese che rischia di vedere in crisi settori nevralgici come la sicurezza e l’export e tutto il suo sistema economico, diventa più urgente di qualche anno fa. Questo il messaggio che dal Circolo della Stampa, grazie all’iniziativa organizzata dal Centro Studi “Guido Dorso”, i due autori di quella che e’ una guida amministrativa e politica alle sfide per superare la crisi hanno proposto i due autori del libro edito da Mondadori. Un confronto con la politica, trasversalmente rappresentata dai deputati ed eurodeputati presenti. I parlamentari irpini Gianfranco Rotondi e Michele Gubitosa, il parlamentare Piero De Luca, da qualche giorno anche deputato del Partito Democratico in Campania, Maria Elena Boschi, deputato di Italia Viva, l’europarlamentare Fulvio Martusciello. A fare gli onori di casa il presidente del Centro Studi “Guido Dorso” Luigi Fiorentino. Una diagnosi dei problemi che la crisi europea e mondiale hanno trasferito in cima alla lista dei rischi dell’Italia. Questo il nodo fondamentale degli interventi di Mattarella e Garofoli. A partire proprio da Mattarella, che ha sottolineato come: “Questo è un libro su problemi che si sono formati nel tempo e che richiedono un po’ di tempo per essere risolti. Una serie di problemi che forse abbiamo trascurato, perché magari siamo stati distratti tutti quanti da questioni più urgenti. Ma non solo problemi che diventano abbastanza ovvi nell’attuale contesto geopolitico, come quello della Difesa, ma anche come quello della sicurezza energetica o dell’approvvigionamento delle materie prime che, forse prima potevamo permetterci un po’ di trascurare”. Adesso invece forse non possiamo più permettercelo, anche perché sono debolezze del sistema italiano anche rispetto ad altri paesi europei. Quello che noi abbiamo cercato di fare con questo libro e’ attirare l’attenzione su questi problemi che si sono formati nel tempo e che sono diventati, forse un po’ più urgenti di prima e anche interrogarci sulla adeguatezza delle strutture amministrative preposte alla gestione e alla definizione all’attuazione di queste politiche”. Quali sono i punti di debolezza nella diagnosi che emerge dal libro e per la macchina amministrativa? “Direi che vale per la macchina amministrativa- ha spiegato Mattarella- quello che vale più in generale per il Paese, anche per il settore privato. Abbiamo tanti punti di forza, abbiamo anche una serie di punti deboli alcuni che sono punti deboli non solo italiani, per esempio il problema demografico, altri sono problemi che invece da noi sono un po’ più gravi, per esempio il basso numero di laureati, anche rispetto ad altri paesi europei e su quelli dobbiamo dobbiamo lavorare da soli”.
Garofoli: punti di forza possono diventare vulnerabilita’ per materie prime e industria
“L’Italia e’ un Paese anche con importanti punti di forza- ha spiegato il professore Garofoli- Questo lo evidenziamo in questa riflessione a quattro mani. Più che elencarle le fragilità, nel volume evidenziamo come in un mondo che sta cambiando, direi purtroppo in peggio come purtroppo stiamo vedendo da da qualche anno e qualche mese. Un mondo in cui le aree e i paesi sono tra loro in forte competizione se non in conflitto, non più in cooperazione, come è stato per tanto tempo e lo stesso modello di sviluppo europeo e italiano. Per esempio molto fondato poggiante su l’export e non dico in crisi, ma presenta segnali di criticità. Quindi alcune fragilità che in realtà non sono nate oggi sono risalenti,storiche, che per tanto tempo abbiamo potuto anche tollerare senza che il nostro sistema economico e quindi sociale si indebolisse più di tanto, oggi sono più pericolose e più rischiose che in passato. Addirittura alcuni punti di forza che alcune condizioni che in passato considereranno punti di forza, per esempio, la possibilità di importare energia, di importare materie prime, si sono trasformate in pericolose vulnerabilità del paese, pericolose fragilità, debolezze, dipendenze. Perché non è più scontato che quelle materie prime e quell’energia riusciamo e riusciremo ad importarle. Per un sistema imprenditoriale come il nostro, che e’ un sistema fondamentalmente trasformativo trasformiamo e le nostre imprese lo sanno fare molto bene materie prime, non poter contare sulle stesse , come abbiamo sempre fatto negli scorsi decenni, significa rischiare di mettere in crisi l’intero sistema economico”.
IL SUD PUO’ ESSERE FRAGILITA’ MA IL PNRR FA REGISTRARE SEGNALI POSITIVI
Il Sud è una fragilità o una superiorità o entrambe le cose? E’ la domanda a cui il professore Garofoli risponde senza indulgere nel facile ottimismo, anche se segnali dal Pnrr arrivano su infrastrutture e Pil del Mezzogiorno: “I divari territoriali, poi ce ne sono anche di severi, di tipo diverso, generazionali,di genere uomo-donna. Abbiamo sacche di inattività in Italia a fronte di un calo drammatico delle nascite. Abbiamo sacche di inattività di 12 milioni di persone, di cui purtroppo due terzi donne..Non c’è dubbio che però quello che lei diceva i divari territoriali sono gravi, sono severi e riguardano i diversi aspetti. Riguardano i livelli di apprendimento nell’istruzione. riguardano e sono attestati, per esempio dagli esiti Invalsi dei testi Invalsi nel campo educativo, ma riguardano purtroppo anche il sistema sanitario. Lo dimostra l’emorragia sanitaria, i viaggi fuori dalle regioni meridionali e riguardano anche ormai la fuga di cervelli, perché la gran parte della fuga dei cervelli e fuga di giovani anche laureati del Sud..Lei dice: c”è un percorso di soluzione? Non saprei. Però come voi sapete il piano nazionale di ripresa resilienza. Ne valuteremo gli esiti nei prossimi mesi, probabilmente nei prossimi anni. Questo è un tema che ha posto al centro di alcuni investimenti di alcune linee di riforma. Io vivo al sud, vivo a Bari, ma lavoro a Roma e ogni settimana faccio Roma Bari e inizio a vedere i binari della Napoli-Bari e’ una infrastruttura che si sta non completando ma accelerando. grazie ai tempi del Pnrr e che metterà in connessione due capitali del sud e queste con il centro e con il nord e io penso che quella sia un’infrastruttura importante. Anche i dati spostandoci un po’ sul piano economico finanziario, per quanto i divari siano ancora severissimi, ci sono Alcuni dati del 2025 sul PIL che dicono che il Pil al Sud sta crescendo come tasso di crescita più che al centro e al nord. Non ho un’analisi delle cause certe di tutto questo, ma non ho dubbi che la clausola del 40% al sud degli investimenti del Pnrr e che, come sapete, ha previsto che il 40 per cento delle risorse Pnrr debba essere destinato, impiegato e speso al Sud, sia tra le ragioni di questo di più di PIL al Sud rispetto al centro e al Nord. Con questo non sto affatto dicendo che il problema sia risolto”.