Ieri sera si sono conclusi i festeggiamenti patronali a Venticano, ma ciò che resta è molto più di una festa: è il battito profondo di un paese che sa ritrovarsi, che sa emozionarsi, che sa tramandare il senso dell’appartenenza come un’eredità preziosa.
Per i venticanesi, grandi e piccoli, il 7 e l’8 settembre non sono semplici date sul calendario, sono giorni scolpiti nel cuore, che raccontano storie, tradizioni e ritorni.
E proprio ieri sera, nella suggestiva cornice di Piazza Monumento ai Caduti, sotto le luminarie accese e con la cassa armonica a fare da maestoso sfondo, un gruppo di ragazzi ha regalato a tutti un momento che sarà difficile dimenticare. Hanno srotolato uno striscione semplice, ma ricco di significato che recitava:
“Sette e Otto, orgoglio venticanese… un abbraccio a chi oggi soffre lontano dal paese.”
Poi, tenendosi stretti, hanno intonato con il cuore l’inno dedicato al loro paese. Una voce sola, che si è sollevata tra la gente e le luci, toccando le corde più profonde di chi era lì. È stato un gesto genuino, nato dall’amore per il proprio paese. Un messaggio per chi è lontano, per chi non ha potuto esserci, per chi soffre ma sente ancora forte il richiamo di casa.