Muore Sepe, uno degli “irriducibili” boss della Nuova Famiglia che sconfissero Cutolo

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Polizia

MARZANO DI NOLA- E’ deceduto Marzio Sepe, 72 anni, gli ultimi trenta trascorsi in carcere, per lo più in regime di 41 bis, il carcere duro applicato agli esponenti della criminalita’ organizzata di maggiore rilievo. Sepe era infatti uno dei capi della batteria di fuoco della Nuova Famiglia di Carmine Alfieri, l’ex capoclan da anni divenuto collaboratore di giustizia dopo il suo arresto nel 1992, che a metà degli anni 80 guido’ la guerra prima contro la Nco di Raffaele Cutolo e poi contro i Nuvoletta. Sepe era gravemente malato, per questo aveva anche ottenuto un differimento della pena, stava scontando infatti alcuni ergastoli, comminatigli proprio per i delitti avvenuti nelle due guerre di camorra di cui sarebbe stato uno dei protagonisti. Originario di Marzano di Nola, il comune irpino dove e’ stato tumulato. Dopo una lunga latitanza, durata piu’ di quattro anni, Sepe era stato catturato dalla Dia nelle campagne di Camposano, vicino Nola nel settembre del 1996, da quel momento non ha piu’ lasciato il carcere. Tra le accuse e i sospetti a suo carico c’erano la strage di Torre Annunziata del 1984 e l’omicidio di Antonio Malventi, uno dei boss camorristi di maggior spicco degli anni ’80. Marzio Sepe avrebbe partecipato all’organizzazione e all’esecuzione di decine di omicidi del clan avversario, quello della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e nella guerra scatenata all’interno del cartello vincente tra Alfieri e Bardellino e i Nuvoletta di Marano (oltre alla strage di Torre Annunziata, da ricordare quello di Alfonso Rosanova, mente economica e “consigliori” di Cutolo, sfuggito ad un agguato e poi freddato nell’ospedale di Salerno). Tra le accuse anche l’omicidio del fratello di un collaboratore di giustizia. Marzio Sepe era uno degli uomini più fidati di Carmine Alfieri insieme ad un altro capo del cartello guidato dal boss di Piazzolla di Nola oggi pentito, Giuseppe Autorino, meglio noto come “don Geppino”, ucciso in un conflitto a fuoco con i Nocs nel 1999, dopo che era clamorosamente evaso dall’ aula bunker di Fuorni insieme a Ferdinando Cesarano. Qualcuno pensa che in quella clamorosa fuga dovesse esserci anche lo stesso Marzio SL’undici settembre del 1992, quando in una casa di Scisciano i Carabinieri posero fine alla latitanza di Carmine Alfieri, insieme a lui c’era proprio Marzio Sepe. Pochi mesi dopo fu scarcerato per decorrenza dei termini e da quel momento e fino al settembre del 1996 spari’. Nonostante il pentimento di due capi della Nuova Famiglia, oltre a Carmine Alfieri anche Pasquale Galasso, Sepe non ha mai collaborato con lo Stato, diventando uno degli “irriducibili” della camorra anni 80. In mattinata i funerali in forma privata (su disposizione del questore di Napoli) con una consistente ma discreta presenza degli agenti della Questura di Napoli ed Avellino e del Commissariato di Lauro.

Aerre