Dopo nove anni di battaglia il verdetto: Gianluca mori’ a causa dell’incidente

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MIRABELLA- Gianluca Ciampi non morì per un malore ma per le conseguenze del tragico sinistro in cui rimase coinvolto. Una conclusione che seppure non restituirà alla famiglia il proprio caro, ha invece dato “sollievo” ai familiari della vittima sulle cause, per cui si sono battute insieme ai loro legali, i penalisti Gaetano Aufiero e Luca Pellecchia per nove anni. La conclusione della vicenda giudiziaria e’ stata certificata dal verdetto emesso dal Tribunale di Benevento, il quale ha ritenuto che il decesso di Ciampi Gianluca – giovane imprenditore irpino – fu dovuto allo scontro con l’autovettura che, fatidicamente, nell’agosto del 2015, sul Passo di Mirabella Eclano, gli tagliò la strada.
In questi termini, all’esito di un lungo dibattimento, il Tribunale di Benevento ha riconosciuto la penale responsabilità dell’automobilista, condannandolo alla pena finale di anni 1 di reclusione (pena base: anni 2) per il delitto di omicidio colposo. “Eravamo tutti convinti, sin da subito, che la causa del decesso fosse stata l’impatto con l’autovettura. È per questo che non ci siamo mai rassegnati a quelle che furono le prime conclusioni del Consulente Tecnico della Procura”.
Sono le parole dei familiari della vittima che, su consiglio del loro legali, gli avvocati Gaetano Aufiero e Luca Pellecchia, entrambi del Foro di Avellino, non condividendo affatto l’esito dell’esame autoptico con cui inizialmente fu stabilito che la dipartita di Ciampi Gianluca andava individuata in un arresto cardiaco (provocato da una disfunzione organica di cui né la vittima né i familiari erano a conoscenza), decisero a loro volta di rivolgersi ad un C.T. di fiducia, la Dott.ssa Carmen Sementa. Le conclusioni a cui giunse il Consulente Tecnico dei familiari, nettamente in contrasto con quelle del C.T. del P.M. nella misura in cui veniva diagnosticata a Ciampi Gianluca una grave “miocardite”, resero necessario l’ulteriore intervento dei legali delle parti offese e, sul punto, il deposito di una denuncia per falso in perizia. Alla denuncia sporta dai familiari conseguì un ulteriore conferimento d’incarico del Pubblico Ministero ad un altro Consulente Tecnico, il quale depositò conclusioniperfettamente conformi a quelle della Dott.ssa Carmen Sementa, la cui relazione, peraltro, fu consegnata agli inquirenti stesso in sede di denuncia. Ebbene, le motivazioni con cui il Tribunale di Benevento ha ritenuto provata la penale responsabilità dell’automobilista, oltre ad essere in linea con quanto immediatamente relazionato dal C.T. dei familiari, conseguono anche dal fatto che durante il processo lo stesso Ausiliario del P.M., colui che in un primo momento aveva azzardato l’ipotesi “arresto cardiaco”, ha smentito le sue stesse conclusioni autoptiche e ritenuto che “anche in assenza di una patologia cardiaca, il Sig. Ciampi sarebbe comunque deceduto per le gravi lesioni riportate durante l’incidente”. L’esito del processo, inoltre, ha escluso l’ipotesi che al momento dell’incidente lo stesso automobilista avesse avvertito un malore alla guida. Infine, i familiari di Ciampi Gianluca, nel ricordo del loro amato, esortano alla massima prudenza su strada: “Una manovra imprudente, anche la più piccola, può bastare a cambiare la vita dell’altro, talvolta spezzandola, talvolta portandogli via tutto. Non esiste senso di giustizia in grado di colmare il vuoto lasciato da un proprio caro…”.