Venti grammi di droga leggera ed un bilancino: assolto dallo spaccio

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tribunale avellino

AVELLINO- Assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di detenzione ai fini dello spaccio. Questa la decisione del giudice monocratico del Tribunale di Avellino nei confronti di un trentaquattrenne difeso dall’avvocato Massimiliano Russo, finiti nei guai nell’ottobre 2020 dopo una perquisizione dei Carabinieri della Compagnia di Solofra. Alla fine per poter affermare che la droga sequestrata era finalizzata allo spaccio, non è bastata, oltre alla presenza dello stupefacente anche la presenza di due bilancini all’interno dell’abitazione del presunto pusher.

IL FATTO
La vicenda risale al maggio del 2020, quando l’allora trentenne di Montoro era stato denunciato dai Carabinieri della locale Stazione poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di stupefacenti. I militari già da tempo monitoravano i luoghi frequentati dal trentenne e avevano predisposto servizi di osservazione.

Proprio tali servizi davano la conferma della notizia acquisita: al termine della perquisizione eseguita presso l’abitazione del giovane, venivano rinvenute modiche quantità di hashish e marijuana, sottoposte a sequestro unitamente a due bilancini di precisione . Tutto dopo che l’uomo era stato visto nella Piazza centrale del paese in compagnia di una ragazza, scoperta poi con una canna, che avrebbe tentato di gettare via alla vista dei militari.

IL PROCESSO
Davanti al magistrato la difesa ha contestato una serie di punti dell’indagine. A partire proprio dalla circostanza della perquisizione. Al momento che la ragazza viene scoperta, infatti, il trentaquattrenne si era già allontanato. La difesa ha evidenziato proprio che non era certa l’identificazione del soggetto. Ne’ la ragazza aveva subito sequestro di telefono o ascoltata per raccogliere indizi contro il presunto spacciatore. Altre due circostanze che nella tesi difensiva hanno trovato spazio riguardano invece sia la stessa ipotesi di spaccio che un foglio con dei nomi puntati e delle cifre. Per gli investigatori una traccia dell’attività di spaccio.

Ma l’avvocato Russo ha messo in evidenza proprio come sul foglio non ci siano stati accertamenti. Cosi come la sostanza stupefacente rinvenuta non superasse la soglia del V Comma (la lieve entità dello spaccio).ma in particolare però che lo stesso stupefacente fosse detenuto senza bustine o altro adatto al confezionamento e non diviso in dosi. La sola detenzione del bilancino e della droga, come la difesa ha puntualizzato rifacendosi a recenti sentenze della Cassazione, non poteva giustificare l’ipotesi di spaccio. Come anche la mancanza di contanti presumibili proventi dello stesso. Nessun accertamento, poi, era stato eseguito sulla presunta lista di clienti, che tale è rimasta. Tutti motivi per cui alla fine, anche se come sempre bisognerà attendere le motivazioni, verosimilmente e’ basata l’assoluzione.