Delitto Bembo, il processo parte il 27 marzo. Rigettato l’abbreviato: lettera di scusa degli imputati

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Il processo per l’omicidio di Roberto Bembo partirà il prossimo 27 marzo davanti alla Corte di Assise di Avellino. Lo ha stabilito il Gup Marcello Rotondi, che poco fa ha disposto il rinvio a giudizio per i tre indagati del delitto del giovane di Mercogliano, ferito a coltellate al culmine di una lite per uno sguardo di troppo avvenuto all’esterno di un bar di Torrette di Mercogliano e deceduto dopo alcuni giorni di agonia al Moscati. Si tratta di Niko Iannuzzi, Sciarillo Luca e Daniele. Nei loro confronti e contestato l’omicidio aggravato in concorso dai futili motivi, (quindi un reato che prevede anche la massima pena dell’ergastolo). I tre indagati, difesi dal penalista Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella. Il Gup ha rigettato la richiesta di procedere con un rito alternativo. Inammissibile infatti la richiesta avanzata dalla difesa del rito abbreviato, che avrebbe di fatto anche escluso l’aggravante per cui non è prevista la possibilità di accedere ad un giudizio alternativo (con uno sconto di pena di un terzo). La difesa ha anche proposto al pm, in aula era presente il sostituto Vincenzo Toscano, di riformulare il capo di imputazione escludendo l’aggravante. Circostanza che è stata per ora rigettata. La famiglia della vittima, i genitori e il fratello, si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dal penalista Gerardo Santamaria. Ancora non è chiaro se ci sarà costituzione del Comune di Mercogliano, al momento non sarebbe pervenuta.

LA LETTERA DI SCUSE

In aula erano presenti anche i tre imputati, due di loro come è noto sono ai domiciliari dal luglio scorso. I tre hanno anche deciso di depositare agli atti, visto che era la prima volta dal gennaio del 2023 che si trovavano davanti ad un giudice, una lettera in cui chiedono scusa e perdono per quanto avvenuto. Con una precisazione che riguarda però i fratelli Sciarillo, ovvero che si sono nuovamente dichiarati estranei ad ogni responsabilità sull’omicidio, pur dolendosi del fatto che erano presenti ad un episodio che ha avuto un esito drammatico.

LA BATTAGLIA SUI DOMICILIARI

Dall’imputazione anche un ulteriore dettaglio. quello relativi ai fendenti inferti al giovane di Mercogliano, almeno secondo quanto contestato dalla Procura e dalle indagini della Squadra Mobile furono sei. Ad ottobre il Tribunale del Riesame di Napoli aveva accolto l’impugnazione proposta dalla Procura di Avellino contro il provvedimento di attenuazione della misura cautelare nei confronti dei presunti autori del delitto di Roberto Bembo firmata dal Gip del Tribunale di Avellino firmato a fine luglio scorso dal Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. La Procura aveva proposto ricorso contro gli arresti domiciliari decisi per Niko Iannuzzi, classe 91, autore materiale del ferimento mortale e Sciarillo Luca, classe 94, anche lui concorrente nella lite e nel delitto. Entrambi erano reclusi nel carcere di Bellizzi Irpino dal 3 gennaio. Tutti sono difesi dal penalista Gaetano Aufiero, che aveva chiesto l’inammissibilita’ dell’impugnazione della Procura. Al ricorso firmato dal sostituto procuratore Vincenzo D’Onofrio si erano aggiunte, trasmesse dalla Procura di Avellino al Tribunale della Libertà anche alcune integrazioni proposte dal difensore delle parti civili, i genitori del ragazzo ucciso, il penalista Gerardo Santamaria. Ora si attende che venga fissata l’udienza in Cassazione.