“80 passi in rete”, l’esperimento letterario di Balestra tra speranza e racconti con l’Uomo al centro

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AVELLINO- Generoso Picone l’ ha definita una “cartografia del presente”. Ma puo’ un libro eternizzare quello che la rete smaltisce in pochi istanti? E da queste premesse, ottanta storie in rete, si puo’ discutere poi dell’attenzione all’umano, dei racconti salvati dalla morte per dimentivanza, dalle scelte di non diventare piu’ genitori e anche dello spopolamento delle aree interne? A quanto pare si. Il libro in questione e’ il vero e proprio esperimento letterario che edito da Terebinto Edizioni e’ stato scritto dal caporedattore del Mattino Aldo Balestra con il contributo di nomi autorevoli del mondo accademico, del giornalismo, della Chiesa e della societa’ civile. Partiamo dalla fine di una mattinata di confronto. “Ma questo libro come va a finire?”. E’ la domanda che qualcuno ha fatto al giornalista Aldo Balestra sul suo libro. “Ottanta passi in Rete-Vite oltre gli ostacoli”, la raccolta di articoli negli ultimi sette anni sul blog del Mattino “Diritto&Rovescio” che Balestra ha scelto di pubblicare in un libro presentato questa mattina al Polo Giovani discutendone con Generoso Picone, che ha moderato il dibattito, il vescovo di Avellino Arturo Aiello e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. La risposta dell’autore e’ semplice: “Questo libro non finisce, nel senso che non ha un finale- spiega Balestra- ma il finale o meglio l’inizio ce lo mettete voi. Leggendo il libro e traendo una conclusione che può essere anche diametralmente opposta alla mia. Però lascia spazio alla riflessione su temi che ci sono e che non possiamo far finta di ignorare. Quindi un libro aperto. Aperto a chi lo leggerà, a chi vorra’ apprezzarlo, a chi vorrà criticarlo, ma è aperto perché non ho offerto nessuna ricetta, non ne sarei stato capace. Ho messo soltanto me stesso, la mia professionalità e questo credo che possa bastare”. Partiamo dalla fine perché proprio il dibattito di questa mattina al Polo Giovani, moderato da un altro giornalista, Generoso Picone, ha sviluppato più di una riflessione negli interventi del vescovo di Avellino Arturo Aiello e del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
LA SPERANZA
Come nasce il libro lo ha spiegato nella prefazione lo stesso Aldo Balestra, raccontandone la genesi e anche la finalità, quella di sovvertire una domanda: ciò che sento di scrivere per la carta è adatto anche alla Rete? Da allora sul sito de Il Mattino sono iniziate le storie di Diritto&Rovescio”, blog ispirato dalle migliaia di notizie e immagini che ci rincorrono ogni giorno. Vicende che
colpiscono I’opinione pubblica o, al contrario, destinate a finire nel dimenticatoio. Per sette anni il viaggio in Rete, arrivando rapidamente in ogni angolo del mondo anche grazie ai social, ha
interessato magari solo per caso, per un titolo o una foto, decine di migliaia di lettori, Un dialogo esaltante che continua,
Ora l’esperimento contrario: una parte di quei blog, approfonditi e aggiornati sino ad oggi, viene raccontata su carta. Sfogliando le pagine di questo libro c’è di che ricordare, conoscere, smarrirsi ma
anche rasserenarsi. Insieme rincorriamo una sorta di pacificazione e percorriamo nuovi e concreti passi, all’insegna della speranza. Con la consapevolezza concreta che il cambiamento – persino l’intima felicità -resta sempre possibile”. Come ha spiegato lo stesso Balestra: ” questo libro aperto al sentimento della Speranza e ognuno potrà trovarci qualcosa”.
Il VESCOVO AIELLO: FATTI DESTINATI A MORIRE NEL DIMENTICATOIO DIVENTANO STORIE
C’è una pagina che viene letta prima del dibattito, la storia di Zhora, una bimba di otto anni massacrata dai suoi padroni di lavoro per aver liberato dalla gabbia dei pappagallini. Alla fine di ogni storia c’è una riflessione ma anche una frase. La frase di Nelson Mandela abbinata alla storia di Zhora riguarda il fatto che “non ci può essere rivoluzione più acuta dell’anima di una società che il modo in cui tratta i bambini”. E da qui parte l’ intervento del vescovo Aiello. Se avessi dovuto scegliere tra le tante storie, una indicativa, avrei scelto questa, Quindi sono contento che convergiamo nella sensibilità rispetto alle storie. Tutto importante, ma l’espressione di Mandela, intelligente e interessante ha un antenato antichissimo, che si chiamava Quintiliano. il quale diceva che bisognava dare grande rispetto “maxima reverentia” ai bambini”. L’approccio che il vescovo Aiello ha avuto rispetto al libro e’ stato paragonato dallo stesso “come un viaggio intorno all’uomo intorno al mondo, perche’ questi 80 accadimenti che avvengono in varie parti del mondo e che un giornalista con la sua competenza e il suo cuore ..Colgo in Aldo Balestra il tentativo di un non nato digitale di lanciare dei sassi in piccionaia in un ambito nel quale, parlo di me, facciamo fatica ad entrare, ma che pure il fa parte del nostro mondo. Quindi come un giornalista si pone con un linguaggio nuovo, ovviamente sintetico rispetto ad di cui non si conosce. Non ti conoscono i volti perché queste storie possono essere raccolte da qualsiasi emittente poste su un blog vengo alla diciamo. Lo scoraggiamento che, a volte anche mio dolce e pieno di speranza di chi pensa che la cultura non più cartacea possa sgretolarsi. Tutto dipende, non tanto dagli strumenti che cambiano quanto dalla possibilità che un fatto diventa storia. Mi sembra che questo passaggio sia importantissimo anche per gli accadimenti delle nostre famiglie, della nostra città, della nostra Irpinia. Ci sono dei fatti che possano restare dei fatti e dunque avere la vita di un istante. Ci sono dei fatti che diventano diventano storie. Quando un fatto diventa storia, quando è raccontato e quindi nonostante la velocità a cui ci abitua continuamente il web, noi abbiamo bisogno di un po’ di tempo per riflettere e per raccontare, questo chiede del tempo. Adesso Aldo che è riuscito a raccogliere dei fatti e trasformarli in storia c’è un passaggio ulteriore, che e’ la narrazione. Allora un fatto può diventare storia”. Il vescovo ricorda l’idea manzoniana, nei “Promessi Sposi”, di come intendere la Storia: “Non è dei grandi ma degli umili. In questo testo convergono tante storie e per lo più di umili, di persone che senza il racconto di Aldo Balestra sarebbero morti più volte. Non solo nella loro morte diciamo fisica, spesso violenta, come la bambina con cui abbiamo iniziato questo incontro, ma molti nella dimenticanza. Cioè la storia, il racconto ha il potere di trasformare, dando una qualche eternità ad un fatto, che rischia di nascere e morire in un istante”. Per Aiello il vero rischio e’ la “desertificazione dell’umano, cioè che questo il vero pericolo. Poi diventano le guerre, poi diventano i problemi di ordine pubblico. I ragazzi che si è ubriacano e che diventano protagonisti. Ma questi sono accadimenti di premesse più serie, di cui siamo responsabili noi, la nostra generazione. Quindi l’uomo o viene rimesso al centro dell’attenzione di qualsiasi istituzione di qualsiasi persona e se l’uomo è posto al centro anche nella difficoltà riuscirà a oltrepassare, nel senso di pensare oltre.. Cicerone diceva che la felicità era avere un giardino e una biblioteca. Ovviamente non coincidono più queste attese con il senso di felicità di oggi”. Ma c’e’ una speranza. Superare gli ostacoli e’ un segno di speranza e consegna alla storia i racconti come quello di Zhora. un altro interesse di questo testo e che alcuni di queste storie poi vengono anche seguite e dire. Ma adesso dove sta che sta facendo Come è finita quella storia? Perché per i nostri di ragazzi la storia finisce a un atto in cui io mi disconnetto, Cioè è vero tutto quello che è connesso e che io vedo in questo istante, poi a lato in cui io clicco e mi vado su un altro canale, quella storia, quelle persone, non esistono più. E invece hanno una vita. Hanno una eternità nel tempo e sono gli anni a venire. Allora dire oltre gli ostacoli significa che gli ostacoli nella vita ci sono. E forse questa mania di eliminare gli ostacoli per i nostri figli e letale. Perché da uno ostacolo può nascere un genio, senza ostacoli nessuno cresce. Siccome single come comunità come la ricerca come famiglia come coppia di qualsiasi tipologia, quindi dire 80 passi in rete vite. Oltre gli ostacoli significa che è possibile superare un ostacolo
PIANTEDOSI: RIMETTERE AL CENTRO L’UOMO
“Dobbiamo essere riconoscenti alla Rete che è una fonte di conoscenza. Proprio perché non è controllata e controllabile, ci costringe ad attivare un forte spirito critico.  Così accade con queste storie che partono dalla velocità della Rete per trasformarsi in elementi di sollecitazione della coscienza, dallo spopolamento che si fa segno di una società in costante trasformazione fino alle vite spezzate dalla violenza, come quella di Gio’ Gio’ per una lite banale “La violenza giovanile lascia emergere un’assenza di speranza, di un qualsiasi credo laico. E’ questa l’idea che ci guida nel nostro impegno, creare condizioni per restituire ai giovani punti di riferimento come è accaduto a Caivano dove abbiamo portato avanti progetti che potevano essere un presidio di legalità e socialità, a partire dalla riqualificazione del centro sportivo. Caivano è un esempio di quella sperimentazione che vogliamo attuare in altri centri. Le istituzioni non possono limitarsi a una fredda applicazione della legge, c’è bisogno di una legalità intesa anche come narrazione che restituisca una guida”.