Trenta anni fa, il 13 febbraio del 1984, fu inaugurata la nuova stazione ferroviaria di Avellino. Una realizzazione ignorata dalla maggior parte della città. Eppure quella ricostruzione, dopo lo spaventoso sisma dell’80, fu una delle prime realizzazioni del dopo terremoto. In quella inaugurazione furono in molti a vedere un momento decisivo per la rinascita del nostro territorio. Ancora oggi questa struttura è lì a testimoniare quello che poteva essere e che, purtroppo, non è stato per la nostra città. La stazione di Avellino in questi trenta anni ha vissuto di luce riflessa di quello che ha fatto la politica per l’Irpinia. Dopo le illusioni di un effimero sviluppo economico, legato prevalentemente alla ricostruzione post sisma, si è assistito al progressivo ma inesorabile declino che ha coinvolto l’omonimo quartiere avellinese, il nucleo industriale di Pianodardine e la stazione stessa che ha subito, addirittura, l’onta della sua chiusura totale nel settembre del 2012 a seguito dei tagli operati dalla regione Campania. Ci restano le grandi incompiute, i raccordi ferroviari realizzati e mai utilizzati, le opere di grande impatto telematico quali le fibre ottiche posizionate lungo i 120 km della tratta Avellino Rocchetta, completamente automatizzata, gli scempi degli opifici chiusi, il dramma dell’Isochimica, le paure di un intero quartiere, i lutti causati dall’amianto, scoibentato prima all’aria aperta nella stazione e poi nello stabilimento, e la cancellazione dell’Irpinia dalla geografia ferroviaria italiana. Tutto questo viene ingigantito dalla indifferenza di chi poteva indirizzare le scelte economiche verso coerenti politiche di coesione territoriale. L’affronto della totale chiusura della stazione di Avellino proprio nel momento più alto della discussione sulla costruzione della linea ad Alta Capacità Roma/Napoli/Bari è stata la palese semplificazione della nullità programmatrice dei nostri decisori politici. Una scelta operata nelle stanze di chi ignora la realtà irpina non solo fisicamente ma soprattutto politicamente. L’ubicazione mediana di Avellino fra Salerno e Benevento impone una riflessione per potenziare questa struttura ferroviaria mediante la elettrificazione della tratta BN/AV/SA: un’opera che può consentire alla nostra città di recuperare un ruolo determinate fra il Tirreno e l’Adriatico in attesa della realizzazione della linea ad Alta Capacità. La costruzione dell’area vasta avellinese impone questa scelta: da un lato l’alta velocità a Salerno dall’altra l’alta capacità a Grottaminarda/Benevento. Si tratta semplicemente di potenziare e migliorare l’esistente patrimonio ferroviario irpino così come prevedono i nuovi finanziamenti europei per il 2014/2020 mirati, in materia di mobilità per uomini e merci, solo a migliorare la rete ferroviaria esistente. Una opportunità da concretizzare con progetti mirati al recupero di quello che resta della ferrovia in Irpinia, Avellino Rocchetta compresa.
Per noi di in_loco_motivi, che da anni ci battiamo per il rilancio del sistema su ferro in Irpinia, questa data del trentennale della ricostruzione della stazione ferroviaria di Avellino assume una particolare importanza in quanto riponiamo nello sviluppo dell’infrastrutturazione ferroviaria l’aggancio dell’Irpinia all’Europa, basta ricordare che fra qualche anno in poco più di due ore sarà possibile raggiungere Roma e già oggi, con piccoli miglioramenti alla rete esistente si può giungere a Napoli in circa 75 minuti. Per queste motivazioni vogliamo ricordare questa data con un incontro che, volutamente, si svolgerà presso la stazione ferroviaria di Avellino domenica 16 febbraio alle ore 17,00. Nell’occasione sarà proiettato il film-documentario: LA VITA E’ UN TRENO di Antonello Caporale che sarà presente all’iniziativa.
Sarà una narrazione dei trenta anni trascorsi dalla ricostruzione fino all’attuale situazione attraverso testimonianze del vissuto quotidiano dal quartiere, dalle fabbriche e dalla stazione. Oltre 130 anni fa il grande politico irpino Francesco de Sanctis scriveva nel suo capolavoro letterario“Viaggio elettorale”:
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