Il 2024 è stato senza dubbio l’anno più turbolento per la politica cittadina. Alla vigilia di Capodanno, la domanda che aleggia in città non è “Che si fa a stanotte?”, ma “Si andrà al voto a maggio?”. La sensazione è che, arroccata nel suo fortino, la sindaca Laura Nargi stia cercando di resistere all’assalto frontale di Gianluca Festa, che, uscito dagli arresti domiciliari, continua a definirsi e soprattutto a comportarsi come se fosse ancora lui il sindaco della città. La strategia di Nargi sembra essere quella della trattativa a oltranza. La fumata bianca, tuttavia, non è ancora arrivata, nonostante l’incontro di ieri a Palazzo di Città con i sette assessori festiani in pectore. E, anche se alla fine arrivasse, è ormai scontato che alla prima occasione utile Festa riproporrà la solita litania: se Nargi è sindaca, lo deve a lui. Il suo obiettivo è chiaro: eliminare la parola “ex” dal titolo di “sindaco”. Da quando è uscito dai domiciliari, infatti, il “nostro” non fa che ripetere che la fascia tricolore gli è stata “rubata”, e che “lo dice la Cassazione”.
All’inizio dell’indagine, non era ancora emerso il nome in codice “Dolce Vita”. Quando, alle idi di marzo, fu perquisita l’abitazione dell’allora sindaco, l’inchiesta mirava a far luce sulle sponsorizzazioni della DelFes, la società di basket di cui Festa era socio fino a novembre dell’anno precedente. Il 26 marzo, per evitare una misura cautelare, Festa si dimette da sindaco. Ma quella mossa non gli evita gli arresti domiciliari. Da allora l’indagine viene definita “Dolce Vita”. La Procura di Avellino gli contesta una serie di reati, tra cui associazione a delinquere finalizzata alla commissione di crimini contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreti, peculato e induzione indebita a dare e promettere utilità. Tra gli indagati anche la sindaca Laura Nargi, l’ex consigliere comunale Diego Guerriero e alcuni dirigenti e funzionari del Comune. Non fu l’unica misura cautelare. Dopo le elezioni, infatti, arriva un nuovo arresto per l’ex primo cittadino, già agli arresti domiciliari, da dove aveva esultato per l’elezione della sua “delfina” Laura Nargi alle elezioni di giugno.
Nel frattempo, Nargi avvia la sua sindacatura, nominando una Giunta tecnica. Ma tutto cambia quando Festa ottiene la revoca degli arresti domiciliari. Tornato libero dopo 154 giorni, inizia a esercitare una crescente influenza su Palazzo di Città. Consiglieri e assessori iniziano a dimettersi o vengono revocati. Poi, la decisione della sindaca Nargi di avviare la cosiddetta “Fase 2”, caratterizzata dalla nomina di una nuova Giunta, questa volta di tipo politico. Le nomine avrebbero dovuto coinvolgere ben 7 membri dei gruppi consiliari direttamente espressione dell’ex sindaco. Le ultime due caselle libere erano invece destinate all’assessore al Bilancio, Alessandro Scaletti, e al capogruppo di “Siamo Avellino”, lista direttamente riconducibile alla sindaca, Alberto Bilotta. Ma non tutto è risolto. Festa chiede per i suoi anche le deleghe a Sport e Cultura, che Nargi aveva inizialmente attribuito rispettivamente a Bilotta e Scaletti. Da qui il blocco che, da giorni, tiene ferma l’amministrazione e paralizza il Consiglio Comunale. Le trattative, probabilmente, andranno avanti ben oltre il brindisi di Capodanno.