Non si fa attendere la risposta della… parte restante della Giunta guidata da Alberta De Simone. In un comunicato a firma di Cicchetti (Pdci), Mainolfi (Sdi), Zecchino (Verdi), Lo Conte (Udeur) e Fierro (Ds) viene evidenziato che sui fondi Fas, “per far fronte all’emergenza scolastica, nella misura in cui risulta dalla delibera n. 39 del 21 del 2006 la proposta fu avanzata dall’assessore Emilio Ruggiero e compilata dall’assessore Eugenio Salvatore, condivisa unanimemente dagli assessori presenti”. Il comunicato mette in luce come, “solo al momento di deliberare, nonostante l’ampia discussione volta e la condivisione della proposta, gli assessori Ruggiero, Salvatore e Di Milia si allontanavano non prendendo parte alla votazione”. Per i firmatari il dubbio, che “alla proposta condivisa non sia seguito il voto”, fa pensare che “gli assessori siano stati fatti allontanare”. Ribadendo che non c’è alcuna volontà di fare “stucchevole demagogia” gli stessi hanno precisato che “i fondi Fas non sono stati destinati alle scuole nella totalità solo perché non vi era altri progetti all’infuori di quelli approvati”. Ma il botta e risposta con i rappresentanti della Margherita ha riguardato poi il capogruppo Giuseppe De Mita. Questa volta, la nota a firma dei capigruppo Ds Mazza, Udeur Giuditta, Sdi Carpenito, Rifondazione Comunista D’Addesa, (ma non si era autosospeso?, ndr), Pdci Petoia e Verdi De Pasquale affonda la lama nell’assenza di De Mita alla riunione sul bilancio, convocata “dalla presidente su espressa richiesta dell’assessore Di Milia”. Il comunicato evidenzia che nonostante l’assenza, la Margherita “ha presentato un emendamento al bilancio che prevede la cancellazione di importanti servizi nel settore ambiente, politiche sociali, lavoro e affari generali per sostituirli con contributi da erogare a vario titolo e l’emendamento cancella inoltre i fondi per la progettazione della sede dell’Università Enologica”. Dopo la premessa… l’attacco di chiara matrice politica nei confronti di Giuseppe De Mita, che a dire degli scriventi, “persegue un evidente logoramento dell’attività istituzionale – aggiungendo poi – che lo stesso non si cura del danno che viene arrecato ai cittadini senza sentire il bisogno di venire a spiegarne le ragioni alla coalizione”. L’invito finale, dopo la bordata, è quello di “retrocedere da questo atteggiamento incomprensibile e dannoso e a rendersi disponibile per un chiarimento immediato”. Insomma, un gioco a scacchi, quello in atto a Palazzo Caracciolo tra la Margherita che ricordiamo ha dieci consiglieri provinciali e la restante parte della maggioranza che in alcuni gruppi politici è composta da una sola unità. E’ chiaro, che Fas o non Fas, il problema è tutto politico e riguarda sia il presente della vita amministrativa che i futuri rapporti tra i partiti in provincia di Avellino.
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