Ancora una volta la Filca Cisl è costretta a prendere atto degli effetti di una campagna di sensibilizzazione che non sembra aver raggiunto le coscienze degli ‘addetti ai lavori’. “Dopo numerose iniziative sulla sicurezza e sulla tanto invocata cultura per la prevenzione degli infortuni nell’edilizia – spiega Mario Melchionna in una nota – nei cantieri si continua a morire. È toccato ad un operaio peruviano di una impresa edile intenta a effettuare dei lavori al capannone della Marmifera Irpina. Una caduta dall’alto da 15 metri non può essere di natura straordinaria o non prevedibile in una mappa del rischio e della prevenzione degli infortuni sul lavoro. La prima morte del 2007 in Irpinia assume tutti i caratteri di tragicità in un vuoto di sicurezza, per una manodopera (sempre di più extracomunitaria) che spesso è impreparata e non cosciente dei rischi connessi al lavoro edile. La Filca-Cisl esprime un commosso cordoglio per una vita persa sul lavoro, e tutto lo sdegno verso delle responsabilità che latitanti sul loro dovere di controllo, di direzione attenta dei lavori e della applicazione delle norme di sicurezza, devono almeno in coscienza sentire e pagare per una morte sul lavoro. Si rende urgente una convocazione dell’Osservatorio in Prefettura, così come già sollecitato dalle organizzazioni sindacali nei giorni scorsi, con la Taske Force ispettiva per un maggiore coordinamento degli interventi sui cantieri”.
Redazione Irpinia
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