Sindaco Marino Sarno, il comune di Volturara è attanagliato da storici problemi economici. Come si sta comportando la sua amministrazione di fronte al dissesto annunciato qualche mese fa?
“A breve sapremo l’ammontare preciso del debito contratto dal nostro comune ma, più che sul denaro, vorrei soffermarmi sui problemi gravissimi che Volturara sta vivendo e che potrebbero trasformarsi in tragedia”.
Qual è il suo grido d’allarme?
“Volturara possiede un bacino idrico estesissimo che fornisce acqua a tre regioni e che si trova in un storico pericolo di dissesto idrogeologico. Solo quest’anno, abbiamo assistito a tre frane e alla completa distruzione di altrettanti raccolti di castagne, frutto della terra sul quale si fonda l’economia cittadina. Da un momento all’altro, e non è catastrofismo il mio, potrebbe accadere la tragedia. A questo punto mi chiedo: a cosa serve la protezione civile? Quali sono i ruoli di Provincia e Regione? Certo, sono consapevole che in questo periodo di tremenda congiuntura economica la Campania sta affrontando ancora più difficoltà di altre realtà nazionali ma io sto sottolineando quelli che sono drammi annunciati. Per non parlare del centro storico cittadino…”.
Anche la zona storica di Volturara, quindi, potrebbe essere definita un “dramma annunciato”?
“La risposta è molto semplice: sì. Del resto sono oltre 40anni che è stato abbandonato a se stesso dalle varie amministrazioni che si sono susseguite. Questo lassismo, com’è logico, è la causa della presenza di strutture pericolanti che rapprestano un persistente rischio per la popolazione. Noi non abbiamo i fondi per ristrutturarle anche se sappiamo benissimo a cosa potremmo andare incontro. Ci sentiamo invischiati in problemi che, a prescindere da tutta la nostra voglia e il nostro impegno, non possiamo risolvere. Le Istituzioni devono darci una mano e devono farlo in fretta”.
Lei sta cercando di pubblicizzare il suo territorio organizzando una serie di eventi che mettano in luce le eccellenze di Volturara. Qualcuno, però, l’ha pesantemente criticata. Come mai ha scelto questa linea?
“Volturare è un paese piccolo, lontano dal centro e dalle dinamiche politiche. Noi avevamo due scelte: lasciarci morire amministrativamente parlando, oppure reagire. Avendo intrapreso il secondo cammino abbiamo cercato di dare, il più possibile, voce al nostro territorio. In occasione della sagra del fagiolo e della patata volturarese, due prodotti di nicchia, abbiamo avuto un grandissimo successo. A mio avviso, questo tipo di iniziative sono fondamentali per far conoscere il territorio e, magari, per attirare qualche politico che si ricordi di Volturara non soltanto durante il periodo elettorale. Chi critica questo modo di fare non capisce il nostro fine che è sempre rivolto al bene della comunità”.
Per arrivare a dichiarare dissesto, però, si deve aver sbagliato tanto, troppo. Come sta affrontando questa responsabilità politica?
“E’ chiaro che la mia amministrazione ha ereditato tale condizione dal passato e che, quindi, non ne abbia colpe. Quello che stiamo cercando di fare, nel nostro piccolo, è di agire su quegli aspetti che sono migliorabili. La piazza principale, ad esempio, che in passato non era altro che un parcheggio, ha avuto nuova vita e ora è uno spazio fruibile e gradevole. La raccolta differenziata è stata potenziata con un servizio di recupero porta a porta il che l’ha incrementata di oltre il 40 per cento, portantola a oltre il 60. Adesso Volturara è un paese pulitissimo. Molto più di tanti altri comuni irpini. Abbiamo risolto la vertenza cimitero, per i cui loculi i cittadini avevano sborsato in anticipo ben 600mila euro. I lavori sono finalmente terminati e li abbiamo consegnati ai legittimi proprietari, estinguendo il nostro debito. Le piccole cose si possono fare. Per il resto abbiamo un disperato bisogno di aiuto”.
Quando il commissario preposto vi fornirà un quadro completo del debito comunale quale sarà la vostra prima mossa? A chi vi rivolgerete?
“Vorrei chiarire una cosa: il mio appello è rivolto alla politica e alle Istituzioni ma non si riferisce al denaro che ci manca. Questo è un problema creato da noi e che solo noi, in assenza di una legislazione adeguata, possiamo risolvere. Dove lancio il mio allarme è sulla questione sopra annunciata del dissesto idrogeologico in atto sul nostro territorio comunale. Abbiamo chiesto alla Regione lo stato di calamità per i violenti acquazzoni che hanno distrutto le coltivazioni e creato smottamenti ma c’è bisogno di salvare un intero comune che, altrimenti, rischia letteralmente di essere sommerso dal fango e dai detriti. Evitiamo che tragedie avvenute in passato possano tristemente ripetersi”.