Violenza sulle donne, piace il libro denuncia di Perazzini

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Successo per il primo tour irpino che ha visto la presentazione dell’ultimo lavoro di Giancarlo Perazzini “Omicidio dell’anima”, un libro denuncia recentemente presentato anche in numerose città italiane. Castel Baronia, Atripalda, Avellino sono state solo alcune delle tappe in cui si è parlato di “Violenza sulle donne, tra omertà e dignità violata”. Significativa fra tutte è stata senza dubbio proprio quella di Castel Baronia, Un evento organizzato dal Comune, il forum dei giovani e l’associazione “No vuol dire no”costituitasi traendo ispirazione proprio da questo libro e che si prefigge lo scopo di promuovere iniziative di sensibilizzazione contro ogni tipo di violenza sulle donne Si è partiti dunque dal libro di Perazzini, per dar vita ad una manifestazione che ha visto coinvolta, per la prima volta una Istituzione della Baronia e della Valle Ufita, raccogliendo la campagna di sensibilizzazione lanciata dall’associazione presieduta da Irene Pivetti, facendosi, così, promotrice di una campagna di civiltà che non può essere lasciata al solo volontariato e all’associazionismo, ma che deve vedere sempre più coinvolti gli organi Istituzionali partendo dalle piccole realtà territoriali per finire al Governo centrale. Dalla prefazione di Irene Pivetti si legge : “Sara è la protagonista di questa amara e assurda storia, reale, dura incomprensibile e crudele. Dal sud arrivano le urla di una violenza assordante per il silenzio che l’ha caratterizzata. Ma tra le pieghe di quell’omertà, la voce di Sara, costretta dalla famiglia a sposare il suo violentatore si fa sentire ancora più incisiva che mai. Il passato è passato, a lei interessa il futuro delle altre donne che nasceranno dopo di lei e avranno l’esempio della sua indicibile forza interiore. Per lei non è stato facile raccontarsi e se non l’ha fatto è solo perché spera che la sua esperienza possa essere d’ insegnamento a quanti dovessero trovarsi nelle stesse condizioni e ancor più ai suoi genitori e ai parenti delle eventuali vittime dal cui comportamento quasi sempre dipende il destino di chi subisce il peggiore dei delitti “ L’omicidio dell’anima”. «Un atto dovuto, a tutte le donne – commenta il sindaco di Castel Baronia Carmine Famiglietti – quando si prende coscienza di un dato agghiacciante: una sempre crescente ondata di violenza, di cui dobbiamo tener conto. Promuovere sul territorio azioni come queste, sensibilizzando l’opinione pubblica e facendo educazione ed informazione alla cultura della non violenza non è solo un obbligo morale, ma è un dovere Istituzionale ed un impegno che, noi amministratori, dobbiamo assumerci verso i cittadini, i giovani ed bambini in particolare. In comunità, poi, così piccole – conclude Famiglietti – il nostro ruolo diventa da esempio per le famiglie e per le future generazioni affinché sia garantita la pari dignità di ogni essere umano e in questo caso delle donne» «Il femminicidio – spiega Perazzini – è un fenomeno in aumento perché è in aumento la violenza in genere; le cause sono molteplici e non si può dire che una prevalga sull’altra. Certamente hanno un peso importante la perdita dei valori che dovrebbero distinguere gli uomini dalle bestie”. Sintetizza così lo scrittore e aggiunge quasi a provocazione per scuotere il velo d’indifferenza che spesso copre un argomento tanto complesso quanto articolato: “L’uomo non è più tale, non ha più cultura, non ha più morale, non ha più obiettivi, non ha più rispetto per se stesso… si è smarrito”. Un percorso, quello di Perazzini, anche per ricordare le tante vittime di femminicidio, di atti di violenza sia fisici che psicologici sulle donne, dei bambini violati, alle discriminazioni di genere, alle problematiche legate alla indifferenza e all’omertà che rendono ancora più insopportabile il risvolto di inciviltà dovuto ad atti di violenza che hanno radici culturali ancestrali. Ci si è posti anche il problema di leggi inadeguate a tutelare le vittime e del nascente centro antiviolenza in Irpinia, iniziativa promossa dal Comitato Ari. Dunque un no deciso, alla violenza sulle donne e sui bambini, ma anche momenti di riflessione e di confronto per ribadire la pari dignità dell’essere umano, affinché venga tutelata e garantita nella sua pienezza senza distinzione di sesso, di razza, di cultura e di appartenenza politica. La prima volta che il professor Benelli presentò una mia opera ebbi a dire: “Vale la pena scrivere un libro per sentirselo presentare da costui”, dopo avere conosciuto l’affetto ed il calore della gente irpina aggiungo: “vale la pena scrivere un libro per poterlo presentare in Irpinia, una terra che mi affascina e mi intriga come nessun’altra.” Un libro dunque molto attuale alla luce di un fenomeno, quello della violenza sulle donne che purtroppo fa registrare ogni giorno una preoccupante escalation.

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