Un presidio di diverse centinaia di persone, guidato dal Conapo, si è riunito di fronte alla Camera sotto lo slogan “Non siamo cittadini di serie B”.
I pompieri chiedono “parità con gli altri corpi” di polizia per quanto riguarda il profilo pensionistico e retributivo.
Sono arrivati da tutta Italia ci sono rappresentanze da Avellino, Asti, Lazio, Toscana. Molte le grida, i fischi e qualche sirena durante gli interventi che si alternano sul palco allestito per i comizi.
“Non chiediamo privilegi ma parità agli altri corpi”. Questi sono solo alcuni dei cartelli del sit-in dei vigili del fuoco in piazza Montecitorio, dove, per accendere la protesta, sono arrivati da tutta Italia con le loro divise, comprese dalle Regioni messe in ginocchio dal terremoto. Cartelli, fischietti e un palco montato in piazza per far sentire la loro voce: “Ci chiamano eroi – lamentano – ma abbiamo degli stipendi da fame”.
La retribuzione è da anni il problema dei vigili del fuoco, chiamati a fare interventi pericolosi e sempre a disposizione della citadinanza. Loro gli eroi, che più volte abbiamo ringraziato, non rientrano nel comparto sicurezza, o meglio non sono inquadrati come tali. Da qui la disparità retributiva con gli altri corpi, che va da un minimo di 300 fino a 1000 euro al mese. E che brucia di più da quando, dal gennaio scorso, la forestale è entrata a far parte del corpo dei vigili del fuoco: “Mi ritrovo in volo con colleghi che guadagnano mille euro più di me ogni mese – spiega un elicotterista di Venezia – è francamente umiliante. Ci chiamano eroi ma abbiamo stipendi da fame, questa è la realtà”.