AVELLINO – Ospedale e territorio insieme per ridurre gli accessi al Pronto Soccorso ma anche ottimizzare risorse e cure insieme alle liste di attesa. Tutto passa attraverso i Pdta, che sono l’acronimo di Percorsi Diagnostico-Terapeutico Assistenziali. Percorsi che coinvolgono i medici di medicina generale, gli ambulatori dell’ASL e gli specialisti ospedalieri. Perche’ e’ importante per l’integrazione ospedale-territorio? Intanto perche’ comporta una presa in carico globale e continua e percorsi personalizzati e multidisciplinari. L’obiettivo è garantire al paziente un percorso assistenziale continuo. Il Pdta garantisce maggiore efficacia e sostenibilità e una centralità del paziente e l’ottimizzazione delle risorse. Il Pdta integra ospedale e territorio, favorisce la collaborazione tra MMG (medici di medicina generale) e specialisti, oltre ad assicurare continuità assistenziale e personalizzazione delle cure.
I QUATTRO PDTA DELLA CAMPANIA
La Regione Campania ha già definito PDTA per diverse patologie, con l’obiettivo di migliorare prevenzione, diagnosi e continuità assistenziale: Asma, BPCO (Broncopneopatia cronica ostruttiva), Diabete e Scompenso cardiaco.
I TAVOLI TECNICI
L’obiettivo di ogni tavolo tecnico e’ quello di una siagnosi precoce e corretta classificazione associata ad una gestione personalizzata della terapia ed una vera e propria educazione del paziente e monitoraggio continuo. Oltre alla prevenzione delle riacutizzazioni. Come funzionerà l’integrazione tra ospedale e territorio? Nel programma dei tavoli tecnici ci sara’ innanzitutto una condivisione del piano terapeutico e la comunicazione tra MMG (medici di medicina generale) e specialisti. Una continuità assistenziale post-dimissione e accesso facilitato ai servizi territoriali. Nei benefici di questa iniziativa ci sono in primis un migliore controllo della malattia, la riduzione dei ricoveri e accessi in Pronto Soccorso e infine un dato non meno importante, che e’ quello di un uso appropriato delle risorse sanitarie.
Il tavolo tecnico per l’Asma e’ composto da Carmine Infante (consigliere Omceo), Chiara Pelosi (ASL), Annamaria Romano (AO Moscati), Silvio Sena (AO Moscati), Emanuela Sirignano (ASL).
Il tavolo tecnico per il Bpco e’ composto da Annamaria Bellizzi (ASL) – Maria Franca D’Amato (ASL) – Carmine Infante (consigliere Omceo)- Annamaria Romano (AO Moscati) – Silvio Sena (AO Moscati)
Il tavolo tecnico per il diabete composto da Alberto Carpenito (ASL)- Donato Cataldo (ASL) -Vincenzo Colucci (MMG –Ordine)- Vito Gallicchio (AO Moscati)- Anna Luisa Leo (AO Moscati)
Il tavolo tecnico per lo scompenso cardiaco composto da Filomena Botticella (ASL), Gelsomina Cione (ASL), Francesca Lanni (AO Moscati), Fiore Manganelli (AO Moscati), Gerardo Piscopo (MMG – Ordine).
CONTE (ASL): NON SOLO PRONTO SOCCORSO, ASSISTENZA A TUTTO TONDO
A spiegare la ratio di questo percorso di assistenza e’ stata il direttore generale dell’Asl di Avellino Maria Concetta Conte: “Noi stiamo parlando di un’assistenza a tutto tondo, quindi che va dalla prevenzione fino al ritorno sul territorio per le malattie croniche. Il decongestionamento del Pronto Soccorso è un epifenomeno della cosa, ma non è lo scopo principale. L’importante è prendere in carico correttamente sul territorio la persona, secondo determinate linee guida che sono quelle che abbiamo che sono state adottate nel PDTA. Anche noi seguiremo attraverso i tavoli tecnici, quindi definire un percorso assistenziale per la cronicità che vada dallo studio del medico di medicina generale che passa per gli specialisti ambulatoriali territoriali che passa per l’ospedale per una presa in carico quando ce n’è bisogno e dovrebbe saltare effettivamente a pie’ pari il Pronto Soccorso, come ricovero. Diciamo, come richiesta diciamo opportunistica. Nel senso che il paziente non sapendo dove andare si presenta al Pronto Soccorso. E’ quello che dovremmo evitare perché attraverso tutte queste prese in carico, anche le complicazioni vengono seguite, ma non in urgenza. E’ chiaro che il Pdta non è un miracolo. È previsto anche all’interno del percorso ospedaliero degli accessi dove è contemplata anche l’emergenza, ma facendo una corretta presa in carico sia ospedaliera che territoriale, attraverso gli ambulatori avanzati di secondo livello, effettivamente si riducono drasticamente gli accessi al Pronto Soccorso”. I Pdta, come ha ricordato il direttore generale Conte, in questa fase riguarda quattro percorsi: “elaborati ufficialmente dalla Regione Campania dal 2019 all’anno scorso, quando c’è stato una modifica di quello della primissima fase, che era quello del diabete. Quindi sono quelli del diabete, dell’asma, del gruppo della broncopatia cronica ostruttiva e dello scompenso cardiaco. Sono praticamente patologie a maggiore impatto sulla cronicità e sulla salute delle persone a livello epidemiologico”.
PERITO: L’IDEA DEL DIRETTORE ASL PER LA SINERGIA OSPEDALE- TERRITORIO
Il direttore generale del Moscati ha evidenziato come i percorsi sono stati un’idea del direttore generale dell’Asl Conte per decongestionare gli accessi al Pronto Soccorso e le stesse liste di attesa: “L’applicazione concreta richiede una sinergia tra le istituzioni- ha spiegato Perito- In questo caso, cioè l’Asl, si è resa prontamente disponibile, come ho ricordato prima, è stato proprio un’idea del direttore generale dell’ASL a puntare su questi quattro Pdta per decongestionare il Pronto Soccorso e garantire anche una migliore gestione delle liste di attesa, perché ovviamente nel momento in cui la lista di attesa è programmabile per un paziente che è entrato in un percorso in un pdta, ciò consente anche di meglio programmare quelle che sono le erogazioni delle prestazioni, che devono essere garantite sul territorio e ridurre anche l’accesso al Pronto Soccorso”.
SELLITTO (ORDINE MEDICI): PROBLEMA VERO E’ LA CARENZA DEI MEDICI
La carenza dei medici e’ uno dei problemi che ha evidenziato il presidente dell’Ordine dei Medici di Avellino Francesco Sellitto secondo cui “il corso di formazione specifica che crea un blocco all’accesso”. “In Italia – ha evidenziato – almeno 10mila medici non sono né specialisti né possiedono il corso di formazione di medicina generale. Fanno solo delle sostituzioni. Basterebbe sospendere questo corso e sostituirlo con un tirocinio presso un medico di famiglia per poi immetterli nelle graduatorie. Ci sono le persone di buona volontà che lo farebbero”. Per Sellitto, anche la carenza di medici specializzati dipende da un errore nel sistema: “In Italia, alcune specializzazioni soffrono perché i medici sono denunciati continuamente e quindi preferiscono coprire specializzazioni più tranquille. Serve creare l’incentivazione a entrare nelle scuole di specializzazione come la depenalizzazione dell’atto medico”.
