
Dal Partenio-Lombardi, Claudio De Vito – L’Avellino intensifica le operazioni in ottica Pro Vercelli con una doppia seduta di allenamento sul campo intervallata dalla conferenza stampa di Lorenzo Laverone, che ha proiettato alla sfida di Vercelli contro la Pro di Gianluca Grassadonia.
“Una partita fondamentale per entrambe – ha spiegato l’esterno biancoverde – andremo lì a cercare la vittoria e non ci accontenteremo certo del pareggio. Abbiamo bisogno di una vittoria per noi e per la classifica. Giocheremo su un campo particolare, un sintetico molto stretto”. E contro due ex della storia recente: “Sento sempre Paghera perché con lui ho un rapporto molto stretto – ha confessato il jolly di fascia di Walter Novellino – sarà un piacere ritrovare lui e Jidayi. Li saluterò prima della partita, poi ognuno per la propria strada”.
Possibile il ritorno al 3-5-2, sistema di gioco speculare a quello dell’avversario: “Non so con quale modulo affronteremo questa partita – ha detto Lorenzo Laverone – posso dire però che con due punte contro il Pescara abbiamo fatto meglio. Ardemagni a volte è troppo isolato, spesso arriviamo sul fondo e abbiamo bisogno della presenza di due attaccanti in mezzo per capitalizzare i cross”.
A Vercelli per la svolta in un campionato caratterizzato da troppa sofferenza. “Se ci troviamo in questa situazione è colpa nostra ma anche dei tanti infortuni – ha sottolineato il laterale toscano – sono mancati giocatori importanti per diverso tempo. Abbiamo dimostrato di tenere il passo anche di squadre più importanti di noi quando eravamo al completo. Ora tocca a noi uscirne fuori – ha aggiunto – pensavamo di disputare un campionato più tranquillo ma adesso dobbiamo pensare a salvarci, inutile parlare di playoff”.
Questione di palle secondo Walter Novellino. “Se il mister dice così vuol dire che un limite caratteriale c’è – ha affermato Lorenzo Laverone – io posso dire che questa squadra le palle le ha e lo ha dimostrato sempre da quando ci sono io. Quando arrivai a gennaio dell’anno scorso l’Avellino era in una situazione difficile. Con quella salvezza ha dimostrato di avere le palle, credo sia riduttivo parlare soltanto di questo aspetto”.
Recenti turbolenze da chiarire: il gesto verso la Terminio con il Pescara e il parapiglia al derby che gli è costato un’ammenda da parte del Giudice Sportivo. “Domenica mi sono girato per esultare come faccio spesso quando sono in quella zona – ha precisato – non so perché questa volta è stata fatta una polemica, è stata soltanto un’esultanza. Nessun gesto e ci sono rimasto male quando mi è stato riferito. A Salerno – ha proseguito – ho avuto una discussione con il team manager della Salernitana. Sentivo la partita in maniera particolare, sono cose che possono succedere”.
Una leggera quanto inaspettata stizza nel discorso ruolo: “A 29 anni e dopo 10 anni di Serie B devo dire ancora qual è il mio ruolo – ha risposto seccato Laverone – sono un terzino, ho fatto anche l’attaccante esterno nel tridente a Vicenza per un’esigenza di quel momento. Ribadisco: sono un terzino e mi esprimo meglio in questo ruolo. La mia duttilità viene interpretata male. Ho fatto anche il terzino sinistro, dipende dalle necessità della squadra”.