“Abbiamo perso ma non siamo gli sconfitti. Ora lo sforzo che va fatto è quello di non chiudersi all’interno del proprio perimetro. Dobbiamo avere come obiettivo la sicurezza sociale e, come area cattolica popolare, l’esigenza di darci una dimensione nazionale. Dobbiamo essere all’altezza di questi tempi ed interpretarli al meglio. La nostra provincia ha bisogno di ritrovarsi e noi abbiamo il diritto di ritrovare noi stessi”.
Così Giuseppe De Mita analizza l’esito delle elezioni, di un risultato “anomalo” e di una campagna elettorale – quella portata avanti dal popolo centrista di ‘L’Italia è popolare’ – sulla quale lo stesso Ciriaco De Mita ha espresso le sue perplessità.
L’ex parlamentare ha esordito il suo discorso con un tocco di ironia: “Vorrei darvi una notizia: abbiamo perso le elezioni”. Ma, dopo pochi istanti, il suo viso è ritornato serio: “Un risultato che non era di certo inatteso”. Questo risultato elettorale ha ribadito “è figlio di una dinamica lunga, di anni nei quali si sono sommati una serie di fattori: lo screditamento delle istituzioni, una condizione di insicurezza diffusa che ha generato una forte angoscia esistenziale, la fragilità degli appigli ai quali la società si è rivolta, esasperandone il disorientamento. Tutti fattori che hanno alimentato una sorta di rancore individuale orientato verso bersagli individuali ben definiti. Per quanto avessimo percepito il malessere ma non lo avevamo inteso in queste proporzioni”.
In un contesto così fragile e caotico, a distanza di dieci anni, si registrano due sconfitti: “Forza Italia e il Pd, due forze politiche che fino al 2008 davano al nostro sistema una compiutezza. Dall’altra ci sono i vincenti: Lega e M5S, due grandi contenitori di preoccupazioni individuali. Al fondo di questa condizione di disagio ci sono ragioni giuste da comprendere, il punto è come questa moltitudine di insofferenza trovi una via d’uscita. Siamo di fronte, però, ad una scelta pericolosa che trova terreno fertile nello scontro tra le persone”.
Da qui la spinta verso un recupero dei rapporti di solidarietà e dei gesti di cura, il bisogno di un dialogo e di una mitezza di linguaggio che è in contrapposizione “con l’insulto che reitera il vuoto di pensiero” con riferimento a campagne di stampa rispetto alle quali Giuseppe De Mita ha affermato di voler reagire: “Sono contento – ha spiegato – che questa campagna elettorale sia finita perché ora potrò dedicarmi alle cause per diffamazione che ho intentato”.
Il suo coinvolgente intervento si lega però ad una proposta: “Dobbiamo costruire un movimento – ha precisato – una radice culturale definita che metta al centro la persona e il suo bisogno di uguaglianza. Partiamo da qui ma dobbiamo costruire questa condizione fuori da qui. Abbiamo il dovere di cambiare e rispondere in tempi stretti a questa esigenza di radicalità”.
Una folta platea ha accolto i De Mita e gli altri rappresentati del partito al Viva Hotel di Avellino, segno che la sconfitta elettorale, nonostante abbia sorpreso un po’ tutti, non ha scalfito la fiducia dell’elettorato fedele all’attuale sindaco di Nusco.
“Davanti alla vostra partecipazione esco da uno stato di grande incertezza. Dopo aver letto il risultato elettorale, devo ammettere, sono entrato in una posizione di assoluta incapacità a riflettere”, ha chiosato un affaticato Ciriaco De Mita.
Un intenso pomeriggio di confronto, dunque, inauguarato dalle parole del segretario provinciale Giuseppe del Giudice: “Siamo l’ambizione di continuare nonostante i venti contrari. Da una parte c’è la Lega che ha intercettato il bisogno di sicurezza dei cittadini, soprattutto al Nord, e poi i Cinque Stelle, che hanno compreso l’esigenza del Sud di vedersi garantita quell’assistenza che la politica tradizionale non riesce più a soddisfare.
Eviterei, però, di colpevolizzarci tutti. Oggi si sta con dignità dove l’elettorato ci ha collocato e, da qui, proviamo a ricostruire. Questo voto – ha concluso – mi è parso un salto nel vuoto legato alle due profonde delusioni che hanno travolto il Paese: da Berlusconi a Renzi solo mere promesse e grandi infatuazioni”.
Altri interventi hanno caratterizzato l’incontro di oggi. Raffaele Lanni ha subito volto lo sguardo “alle amministrative, dove i risultati saranno diversi e le forze che hanno avuto tanto consenso saranno ridimensionate”. A seguire il presidente della commissione agricoltura al Consiglio della Regione Campania, Maurizio Petracca che, sempre in riferimento all’appuntamento elettorale di maggio ha precisato “Proveremo a costruire un progetto sulla scia di quello che stiamo facendo da anni, pur in un clima che è di difficoltà generale. Perché la difficoltà è di tutti e non esiste più alcun partito a vocazione maggioritaria ragion per cui tutte le forze responsabili debbono impegnarsi per creare le condizioni che restituiscano alla città un’amministrazione. Obiettivo che si raggiunge solo prendendo atto del disastro prodotto negli ultimi cinque anni e della necessità di ripartire senza i responsabili di tale disastro. Da parte mia – ha concluso – c’è la massima disponibilità».