Stamane ad Avellino si è tenuto l’incontro dal titolo “Accoglienza e nuovi modelli di inclusione” alla presenza del sindaco di Avellino Paolo Foti e degli assessori Mele e Cillo. La conferenza è stata disertata dai sindaci che erano stati espressamente invitati dal Comune di Avellino. Presenti in platea solo il vicensindaco di Pratola Serra, Massimo Panza, ed il sindaco di Torrioni Virgilio Donnarumma oltre al deputato Sel Giancarlo Giordano, al Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Alessio Barbarulo, ad Antonio Famiglietti (Cgil), al Vice Prefetto di Avellino Elvira Nuzzolo , a rappresentanti delle Forze Armate e della Crocerossa.
Il confronto faceva seguito ad una precisa mozione votata e approvata dal Consiglio comunale di Avellino inerente “I migranti tra politiche della integrazione e problemi di ordine pubblico” per avviare una discussione con i Sindaci di tutti i Comuni della provincia irpina sul tema della gestione delle emergenze relative all’accoglienza dei migranti, sul delicato processo di integrazione e sulle iniziative da intraprendere in un auspicabile contesto di uniformità di azione.
“Ad oggi sono presenti 1047 immigrati nella provincia di Avellino – ha dichiarato Paolo Foti – e questo incontro è frutto di una discussione molto interessante fatta in Consiglio Comunale. Purtroppo devo sottolineare la presenza di pochi amministratori ad un incontro che li riguarda direttamente. Il sistema di accoglienza attuale poco conta e nulla produce: la penosa carità fatta nelle strade a soggetti in difficoltà che vengono da teatri di guerra e da zone del mondo caratterizzate da forti problematiche non è il modo in cui si risolve il problema. Nutro grande diffidenza rispetto a questo sistema”.
Antonio Famiglietti della Cgil di Avellino è intervenuto all’incontro evidenziando la continua situazione di emergenza in cui versano gli immigrati:
“I migranti non hanno una buona assistenza sanitaria – sottolinea – ormai la gestione attuale ha fatto il suo corso. Serve una gestione diretta da parte degli Enti locali, una formula che può produrre occupazione. I 35 euro per immigrato, gestiti in modo oculato con giovani in grado di fare mediazione culturale, possono rappresentare la risposta occupazionale e di controllo per questa provincia. Abbiamo denunciato situazioni intollerabili, a breve presenteremo un dossier dal titolo “Centro per centro”. La nostra idea è di costruire un confronto permanente con tutti i soggetti in campo per avviare una politica di integrazione con il coinvolgimento diretto delle amministrazioni.”
Sulla stessa linea il deputato di Sel, Giancarlo Giordano:
“Con la logica emergenziale non si va a nessuna parte. Bisogna cancellare questo sistema opaco di alcune politiche di accoglienza determinando una struttura democratica basata sui servizi sociali, sanitari e di istruzione. E’ stata di fatto incentivata la percezione di qualcuno che ti toglie qualcosa: l’ idea di mettere in competizione italiani e immigrati è la linea utilizzata da qualcuno per meri benefici elettorali. Dico al sindaco Foti di insistere con i sindaci, sulla necessità di cambiare il sistema attuale.”
L’incontro è stato promosso dall’Assessore alle Pari opportunità Teresa Mele:
“Negli ultimi tempi – ha detto l’assessore – i nostri territori hanno dovuto fronteggiare il fenomeno dei flussi migratori. L’accoglienza dei profughi è un compito irrinunciabile di questo Paese e pertanto siamo convinti che si possa e si debba promuovere un sistema stabile ed ordinario di accoglienza, che garantisca condizioni di vita dignitose, servizi di qualità e che sia soprattutto finalizzato a rimettere al centro l’essere umano proveniente da altri continenti, alla ricerca di condizioni minime e dignitose di esistenza. Per accoglienza – ha chiarito ancora l’assessore Mele – si deve intendere non solo la messa in atto di interventi di sussidio materiale di base (vitto e alloggio), ma anche di servizi a supporto di percorsi di inclusione sociale e funzionali alla conquista dell’autonomia individuale degli assistiti.”
Ai lavori, infatti, ha partecipato l’associazione culturale “Africa Revolution Sound Family”. Il progetto presentato dal referente Papis Koma prevede la creazione di terreni gestiti dai migranti in collaborazione con i giovani di Avellino e provincia per dare la possibilità a questi ragazzi di imparare un mestiere, di appartenere alla cultura agricola irpina e lavorare autonomamente. Il programma indica che ciò permetterebbe la creazione di posti di lavoro in regola, di mettere in produzione terreni agricoli incolti e creare vendita di prodotti a km zero.
A chiudere l’incontro è stato il Vice prefetto Elvira Nuzzolo che ha ricordato l’esistenza di un Protocollo di Intesa siglato qualche tempo fa in prefettura, tra i pochi nel paese, tra le cui finalità c’è appunto la volontà di avviare occasioni di incontro per individuare iniziative in cui coinvolgere gli immigrati ospiti della provincia di Avellino in attività anche di volontariato. “Si tratta di un problema di tutti – ha concluso il Vice Prefetto – e va affrontato in una prospettiva che ci vede come una popolazione multietnica capace di trovare una soluzione condivisa sulla questione”.