Solofra – Sono tre i soggetti destinatari di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Salerno, diretta da Franco Roberti, perchè accusati a vario titolo di usura, riciclaggio ed estorsione di danaro a danno di vari imprenditori e commercianti di stanza nelle province di Salerno ed Avellino.
I tre sono stati fermati dai carabinieri della stazione di Mercato San Severino. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i tre, approfittando delle disperate condizioni economiche di diversi imprenditori, specie del settore conciario, concedevano prestiti applicando tassi di interesse esorbitanti. Sono tuttavia numerosi gli indagati raggiunti da provvedimenti di perquisizione personale e domiciliare, allo scopo di documentare ulteriormente il dilagante fenomeno dell’usura nel settore imprenditoriale conciario dell’agro di Solofra.
L’indagine avviata dai carabinieri sanseverinesi, e portata avanti dal giugno del 2010, ha così permesso di scoprire elementi gravi di colpevolezza a carico di numerosi soggetti: R. R., 46enne commerciante di Solofra e residente nel montorese; D. M. A., anch’egli di Montoro e coetaneo del primo; R. M., 46enne di Fisciano e direttore di banca presso la Bcc di Fisciano; D. R., 60enne di Montoro Superiore; T. A., 52enne cassiere di Fisciano; S. A., anch’egli cassiere fiscianese, 54enne.
A carico dei primi tre la magistratura ha emesso un decreto di fermo di indiziato delitto, eseguito stamane alle prime luci dell’alba nei comuni interessati dai carabinieri sanseverinesi, coadiuvati da personale della compagnia di Baiano ed unità del Nucleo Cinofili di Pontecagnano. Numerosa la documentazione sequestrata durante le perquisizioni domiciliari, e tuttora al vaglio del Nucleo Ispettivo della Banca d’Italia.
Il meccanismo dell’organizzazione. Le indagini hanno permesso di scoprire che il sodalizio criminale, capeggiato da R. R., mirava a commettere reati di usura, riciclaggio ed estorsione in danno di imprenditori, commercianti e consulenti finanziari del salernitano e dell’avellinese. L’organizzazione si avvaleva di conti correnti bancari accesi nel totale dispregio delle norme bancarie presso la filiale di Mercato San Severino della Bcc di Fisciano e intestati alle ditte delle vittime, grazie alla complicità dell’allora direttore e di due cassieri che permettevano di compiere queste operazioni, monetizzando illegalmente i proventi illeciti.
Lo stesso R. R., già noto nell’ambiente conciario per la sua capacità di “… facilitare aziende o commercianti in difficoltà economica”, ritenuti non più affidabili dal sistema bancario, si guadagnava la “fiducia” delle vittime anticipandogli la metà dell’importo di assegni postdatati, incassando, in cambio, fino alla restante metà.
E successivamente, mostrando in apparenza buoni propositi, rappresentava loro la necessità di avviare nuovi rapporti di conto corrente, presentandoli all’allora direttore della filiale. Di fatto, i conti correnti venivano gestiti dal medesimo senza che gli effettivi intestatari ne conoscessero più le sorti. Gli arrestati, inoltre, in alcune circostanze, avrebbero intascato profitti paventando amicizie in ambienti vicini alla criminalità organizzata. I tassi di interesse, in alcune circostanze, hanno superato addirittura il 4000% annuo. Il giro di affari stroncato si aggira intorno ai due milioni di euro. Gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Avellino e Salerno.