Marco Imbimbo – Quella di oggi è stata una giornata delicata per il Comune di Avellino. Dopo che il sindaco Ciampi ha annunciato la volontà di dichiarare il dissesto, è stata protocollata ufficialmente la mozione di sfiducia al primo cittadino.
Nessuna coincidenza tra i due atti, sia ben chiaro. Anzi i firmatari della mozione avevano annunciato da giorni che, questa mattina, sarebbe stata depositata la mozione. Semmai, proprio dopo questo annuncio, sorge il dubbio che il sindaco abbia accelerato verso il dissesto, quando appena tre giorni fa proprio il primo cittadino annunciava che la decisione non era stata ancora presa tra dissesto o pre-dissesto.
Luca Cipriano, capogruppo di “Mai più”, e firmatario della mozione ribadisce come sfiducia e dissesto siano «due percorsi che riteniamo separati. Questa mattina abbiamo protocollato la mozione, quindi l’iter è formalizzato». Né l’eventuale voto a favore del dissesto da parte di qualche firmatario della sfiducia, potrebbe inficiare la mozione stessa. «Come abbiamo sempre detto riteniamo necessario che il 5 novembre arrivi il bilancio con il dissesto o un piano di riequilibrio – spiega Cipriano. Ci prendiamo la responsabilità di ritenere, questo sindaco e la sua amministrazione, completamente inadeguati. Quindi non cambia nulla sulla sfiducia».
Concetto ribadito anche da Alberto Bilotta, consigliere del gruppo “I popolari” tra i primi a sottoscrivere la mozione. «La dichiarazione di dissesto non cambia nulla sulla sfiducia che, invece, nasce da un’indisponibilità da parte dell’amministrazione al dialogo e al fare, che invece tende più all’insulto. Ovviamente porre fine alla questione bilancio è una priorità di tutti, soprattutto per la città».
Durante la conferenza dei capigruppo, in cui il sindaco ha annunciato il dissesto, non sono stati portati atti su questa volontà, cosa che rafforza la denuncia presente nella mozione sull’incapacità dell’amministrazione di produrre atti. «Questa è la dimostrazione di come loro portano avanti le cose, senza metodo ma con un clima di continua campagna elettorale – spiega Bilotta. Per questo consideriamo conclusa questa esperienza amministrativa e non per un complotto, come pensano il sindaco e il Movimento 5 Stelle, ma per una constatazione oggettiva che la città è immobile e non può essere governata in questo modo».
Non ha fatto breccia nemmeno l’apertura del sindaco su un governo di solidarietà che potrebbe nascere dalla dichiarazione di dissesto, come spiega Bilotta: «Già in passato abbiamo visto che, con altri consiglieri, è stata rifiutata la solidarietà, quindi mi sembra quanto meno poco credibile la richiesta di ulteriore solidarietà da parte del primo cittadino. Se Ciampi la vuole, allora cominciasse a dare con la disponibilità di fare le cose».
L’atto porta la firma di 19 consiglieri: Dino Preziosi, Luca Cipriano, Leonardo Festa, Marietta Giordano, Gianluca Gaeta, Livio Petitto, Enza Ambrosone, Laura Nargi, Carmine Montanile, Stefano La Verde, Ivo Capone, Gianluca Festa, Giuseppe Negrone, Ugo Maggio, Nello Pizza, Nicola Giordano, Modestino Verrengia, Alberto Bilotta, Lino Pericolo. Manca Nadia Arace, ma solo perchè fuori Avellino per motivi di lavoro e quindi impossibilitata a firmare il documento.
La mozione di sfiducia arriverà in Aula entro trenta giorni massimo. Non solo i firmatari si dicono convinti che non ci sarà nessun contraccolpo, ma c’è chi, come Cipriano, ritiene che i 20 voti attuali potrebbero anche aumentare, includendo Forza Italia. «Quando saremo chiamati a valutare questa mozione di sfiducia, lo faremo con la stessa serenità con la quale valuteremo tutti gli atti che arriveranno da questa amministrazione», spiega il capogruppo di Forza Italia, Ines Fruncillo. «Noi siamo per cercare di garantire ai cittadini un livello di vivibilità, lo facciamo sapendo che abbiamo una responsabilità e, se siamo oggi chiamati a ricoprire questo ruolo, è perché dobbiamo esserne all’altezza».
Da parte della Fruncillo non c’è nessuna chiusura verso la mozione di sfiducia, però «mi dovranno spiegare che differenza c’è tra la mozione presentata circa un mese fa e quest’ultima, se non il semplice fatto che il Pd, oggi, si è garantito la possibilità di andare ad esprimere la preferenza alle elezioni provinciali di fine ottobre».