Udc, tra equilibri precari e nuove prospettive politiche

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Dietro le dimissioni da vice presidente della Regione Campania di Giuseppe De Mita si nasconderebbe l’insofferenza per i congressi che a breve si terranno in Campania. Non è un mistero che l’asse Zinzi-Sommese, con il trascorrere dei giorni, si starebbe rinforzando a discapito proprio di Ciriaco De Mita e dei suoi sodali. La partita del coordinamento regionale, oggi, rappresenta un punto fermo per le prossime elezioni, visto che il vaglio delle candidature passerà certamente per l’organo regionale. Avere in mano il pallino del gioco fa gola a tutti. Ma i numeri al momento sono tutti ad appannaggio della coppia napoletano-casertana. Coinvolgere nel problema “Campania” anche la direzione nazionale del partito ha un chiaro scopo: decidere se seguire le idee demitiane oppure proteggersi sotto l’ombrello di Casini e Cesa, proseguendo l’avventura con Caldoro. I consiglieri regionali, di comune accordo, hanno chiesto l’intervento del partito nazionale. In altri tempi, in altre situazioni politiche, un affronto simile ai De Mita avrebbe aperto una falla insostenibile, un terremoto politico capace di cambiare in corso d’opera le regole del gioco e delle alleanze. Oggi non è così, a dimostrazione del fatto che anche in politica si è più avveduti. Soprattutto di questi tempi, con la gente sempre più lontana dalle Istituzioni e i politici a tenersi stretta la poltrona conquistata in momenti di gloria e dalla prospettiva futura incerta. La riunione di giovedì a Roma tra i vertici regionali dell’Udc e il segretario nazionale del partito Lorenzo Cesa segnerà un crocevia importante per lo scudocrociato in Campania: o dentro o fuori. Con una certezza: chi lascerà sarà pronto a gettarsi in una nuova avventura.

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