Tribunale, il vescovo Aiello: l’eterno presente del “giudice ragazzino” e’ il suo atto di fede in Dio

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AVELLINO- L’ “eterno presente” del beato Rosario Livatino e quell’attestato di fede che nel giorno della ricorrenza del suo compleanno richiama ad un vero attestato di fede in Dio, anche di fronte ad una grave ingiustizia come quella di stoppare un’esistenza. E’ cosi’ che il vescovo di Avellino Arturo Aiello ha voluto rimarcare nella sua omelia, partendo da Giobbe, il senso della celebrazione officiata presso l’aula Magna del Tribunale di Avellino, intitolata proprio al magistrato “Beato” nel giorno in cui ricorre il suo compleanno. Il giorno della nostra nascita che noi pure celebriamo avrà una vera gioia di festa nell’ eternità dove saremo riconoscenti per sempre nei confronti dei nostri genitori e di Dio, i nostri genitori sono concreatori, perché hanno detto si alla nostra vita, permettendo che si facesse anche per pochi giorni, una vita e immensa al di la’ dello spazio concreto in cui si espande nella storia. E’ solo un pensiero romantico o non anche un’attestazione di fede. E’ un’attestazione di fede perché oggi, nell’ eternità, c’è l’ oggi continuo. Questo oggi è il grazie del giudice ragazzino, che al di là della grande e grave ingiustizia subita dice grazie a Dio e ai nostri genitori per il dono della vita”. Una cerimonia nel Palazzo di Giustizia che vale come una benedizione e per i non credenti deve essere considerata come una “cura omeopatica”, che non ha effetti collaterali. Una celebrazione a cui hanno partecipato i vertici di Procura e Tribunale, a partire dal presidente del Tribunale facente funzioni Roberto Melone, al Procuratore Domenico Airoma, che da anni si impegna nella memoria del Beato Livatino, una delegazione dell’Associazione dei Carabinieri in congedo. A Palazzo di Giustizia e’ tornato per questa iniziativa anche il gia’ presidente del Tribunale di Avellino Giuseppe Tecce, l’ex presidente del Tribunale di Lagonegro Matteo Zarrella.