L’indagine, denominata “Chamaquito” (in italiano “ragazzino”, soprannome di uno dei corrieri utilizzati) ha avuto inizio nel mese di gennaio 2012. Militari del Nucleo investigativo dell’Aquila appreso nel corso di specifiche indagini dell’esistenza di soggetti dediti al traffico internazionale di cocaina, hanno avviato una serie di accertamenti che hanno permesso di individuare nella figura di Diaz il maggiore referente. Sono state le svariate richieste di espatrio del giovane ad avere insospettito gli inquirenti. Gli investigatori hanno anche documentato molteplici pagamenti effettuati tramite il circuito Money Transfer oppure a mezzo di ricariche Postepay.
Somme derivanti dalle richieste di acquisto di droga. Per gestire con maggiore facilità le proprie attività criminali, il giovane dominicano si era costituito una base logistica presso un B&B collocato in prossimità della Stazione Termini a Roma per gestire l’importazione della droga, operata con il metodo dell'”ovulazione”, mediante l’utilizzo di corrieri viaggianti con vettori aerei sulla tratta Santo Domingo-Spagna-Italia. Inoltre la base romana, ha consentito di garantire un punto d’appoggio all’arrivo in Italia per permettere il “recupero” dello stupefacente e il suo confezionamento per il successivo smercio. La “sede operativa” offriva, inoltre, il vantaggio evidente di essere situata in uno snodo del trasporto pubblico da e per gli aeroporti, consentendo al giovane di utilizzare, per i propri spostamenti, mezzi pubblici, nell’intento di attirare meno l’attenzione.
Almeno nove i viaggi in Spagna contestati al giovane per complessivi 7 chili di droga sequestrata in diverse occasioni e da parte di altre forze di polizia proprio per non far capire che alla “cabina di regia” vi fossero i carabinieri dell’Aquila che oggi hanno eseguito le misure cautelari. Oltre agli arrestati 44 soggetti di cui 9 aquilani risultano indagati per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.