Teresa Acone, la costumista avellinese che veste le star

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Costumi di Teresa Acone
Costumi di Teresa Acone

Il talento, la passione per lo studio e il grande amore per il costume hanno aperto all’avellinese Teresa Acone le porte dei palcoscenici più prestigiosi  dove ha vestito notissime star  e curato opere liriche.

Da poche settimane ha terminato le riprese del film “Caina”, regia di Stefano Amatucci nella sua amata Napoli e non perde occasione di tornare ad Avellino – dove vivono suo padre, il Senatore e professore di Procedura Civile Modestino Acone, coadiuvato nell’attività dello studio legale di famiglia dall’altro bravo e simpatico figlio Pasquale – il luogo dove, tra i banchi del Liceo Classico Colletta, ha iniziato ad affiancare al dizionario di latino e greco il blocco da disegno.

Laureata nel 1988 all’Accademia di Moda e Costume di Roma, Teresa Acone nel 1994 è stata allieva del grande Lele Luzzati alla Scuola Internazionale di Illustrazione di Venezia, ha vinto nel 2009 il Premio Festival del Cortometraggio Etnografico e, nel 2011, il Premio del “68° Festival del Cinema di Venezia” con il film “Maternity Blues” di Fabrizio Cattani.

Teresa Acone
Teresa Acone

Teresa Acone, quali sono state le prime tappe nel mondo del costume?

“Dopo il Liceo Classico ad Avellino,mi sono laureata all’Accademia di Moda e Costume di Roma e ho studiato illustrazione per l’infanzia con Lele Luzzati a Venezia. Subito dopo è arrivato il lavoro, ho iniziato infatti come assistente di grandi costumisti come Corrado Colabucci, Sigfrido Beguè, Silvia Frattolillo ed altri. Poi, giovanissima, ho avuto la fortuna di incontrare Teresa Allegri, la proprietaria dello storico atelier romano Annamode che mi ha dato la possibilità di mettere la mia prima firma su uno spettacolo, l’Aulularia con Arnoldo Foà. C’è stata poi una serie di intrecci fortunati; il mio lavoro è stato notato da Michele Placido per il suo “Uno sguardo dal ponte” all’Eliseo, da Giuliana De Sio, da Ornella Muti e tanti altri, fino ad arrivare ad oggi”.

Il suo amore per il teatro è noto a chi la conosce, quali sono gli spettacoli che più ricorda nel suo vasto curriculum..

“Effettivamente ho lavorato molto per il teatro, perché amo la prosa, la ricostruzione storica, lo studio che c’è dietro la creazione di costumi legati a periodi storici diversi. Amo vestire i sentimenti e la prosa ti offre la possibilità di andare in profondità, di vestire la parte interiore del racconto. Ricordo alcuni spettacoli come “Uno sguardo dal ponte” ma anche “L’Ebreo” con Ornella Muti, “Notturno di donna con ospiti” e ”Il laureato” con Giuliana De Sio, “La Capra” con Catherine Spaak e Claudio Bigagli, “La formula” con Rosalinda Celentano; oltre cento spettacoli nei quali ho dato libero sfogo alla mia voglia di ricerca”.

Costumi di Teresa Acone
Costumi di Teresa Acone

E la tv? In quali trasmissioni ha lavorato con più piacere?

“La televisione è la parte più giocosa del mio lavoro. Da Michele Guardì con programmi come “Il lotto alle otto”, “Fantasia” su Canale 5, “C’è posta per te” con Maria De Filippi, “Lady Burlesque” su Sky, “Lo show dei record”, il “Grand Prix” in Spagna e tanti altri, la tv ha il suo linguaggio e la sua tecnica ed è divertente potersi cimentare con un mezzo diverso che ha esigenze ben precise. La trasmissione più divertente per me è stata sicuramente “Lady Burlesque” dove mi sono potuta sbizzarrire e dove era presente anche Paola Nazzaro, mia amica e concittadina e anche lei costumista.

Può dirci qualcosa su “Caina”, il film da poco concluso a Napoli?

“Caina”, del mio carissimo amico Stefano Amatucci, è un noir sospeso, senza tempo, su un argomento molto attuale quale è quello degli emigranti; abbiamo scelto un’ambientazione senza una connotazione temporale troppo definita; purtroppo non posso dire di più perché questo lavoro non è ancora terminato. Le riprese sono finite a luglio e ora c’è il montaggio; ne riparleremo quando sarà nelle sale. Auguro a questo film un grande successo, l’atmosfera sul set è stata fantastica e sono certa che questo si vedrà”.

Un costume realizzato da Teresa Acone
Un costume realizzato da Teresa Acone

Quali sono le star che ha amato di più vestire?

“Ho uno spirito giocoso che mi ha consentito di instaurare rapporti di profonda amicizia con tanti degli attori che ho vestito. Da Giuliana De Sio, a Ornella Muti a Laura Lattuada a Rosaria De Cicco, sono persone che mi accompagnano da una vita. Ho trovato strepitoso anche Daniele Liotti, uomo dalla sensibilità estrema e di una bellezza che va oltre la bellezza, Bigagli è una persona eccezionale, Rosalinda Celentano è una donna fragile ma piena di colori; ognuno di loro ha qualcosa di speciale. Non ho una Musa ispiratrice perché la mia Musa è l’amore per il mio lavoro.Scelgo tutti i miei lavori in maniera “emotiva”, anche le opere che ho fatto all’estero di recente; ho letto l’opera, ho ascoltato la musica e adoro il regista Jean Louis Grinda, con cui lavoro da anni”.

Disegna e lavora analogicamente o ha ceduto alla tecnologia?

“Sono una donna vintage, leggo il testo o la sceneggiatura, poi mi metto a tavolino e studio cercando l’ispirazione giusta. Passo poi al bozzetto, alla scelta dei colori, dei tessuti, degli accessori e lo adatto all’attore che dovrà indossarlo. E’ necessario anche saper adeguare il costume alle esigenze di scena o dello spettacolo”.

Con chi le piacerebbe lavorare in futuro?

“Sicuramente Luc Besson! Trovo che sia un regista surreale e sensibile che racconta il “dentro” partendo dal “fuori”, ciò è in sintonia con il mio modo di lavorare”.

Con un papà docente universitario di procedura civile e avvocato e una mamma insegnante amatissima al Liceo Classico, come mai ha scelto una strada così particolare?

“In verità ho sempre disegnato! Mi sarebbe anche piaciuto avere una vita normale, ma quando c’è l’amore non ci puoi fare nulla, puoi solo abbandonarti al tuo destino senza opporre resistenza; perché non siamo nessuno e nulla ci appartiene e quello che ci accade deve essere così”.

Qualche consiglio alle donne che desiderano somigliare alle star…

“E’ indispensabile divertirsi quando si vestono, non seguire le mode ma interpretare ciò che indossano, rispettare il proprio corpo e la propria anima. A volte si vedono donne anche bellissime vestite in modo inappropriato perché non sono in sintonia con il proprio essere. Occorre adeguare alla propria indole l’abito senza sforzarsi, seguendo il proprio gusto interiore”.

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