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Tariffe idriche: “Aumenti previsti dalla legge, Alto Calore resta sotto la media nazionale”

Alto Calore

«Le nuove tariffe approvate per Alto Calore Servizi S.p.A. – spiega Camerlengo – sono quelle previste dalla normativa, con un ritardo di applicazione di dieci anni. ARERA, lo stesso ente che regola la TARI, stabilisce i criteri. È giusto che i cittadini si pongano domande, ma è grave che lo facciano amministratori: o ignorano le regole o sono opportunisti. La storia insegna che chi cavalca le proteste senza soluzioni ha vita breve: lo insegna la vicenda di Masaniello».

Dopo l’aumento, la tariffa di Alto Calore sarà 1,59 €/m³ contro la media nazionale di 2,30 €/m³ (acquedotto + fognatura + depurazione). In Campania, la tariffa è più alta di ABC Napoli e GORI, ma più bassa di ASIS. Per un consumo annuo di 150 m³, una famiglia irpina spende circa 239 €, contro i 345 € della media italiana.

«Il nostro territorio – precisa – ha costi più alti per via dell’orografia: l’acqua va sollevata con impianti di pompaggio, a differenza di altre zone dove arriva per caduta. Le fasce deboli sono protette dai bonus sociali. Il sistema regolatorio non lo permette: i costi riconosciuti devono essere efficienti. Alto Calore rientra pienamente nei parametri. Il mito degli sprechi appartiene al passato, oggi non è più una criticità».

«Le reti colabrodo si risolvono con investimenti e programmazione. In Irpinia abbiamo perso vent’anni a causa di personalismi e conflitti che hanno ritardato l’affidamento della gestione. Ora c’è un gestore legittimato, con competenze manageriali adeguate, e si può investire davvero, non per mantenere vecchie logiche. Il concordato è il risultato della presunzione di chi ha ignorato il cambiamento del settore. ARERA garantisce l’equilibrio economico-finanziario: un’azienda regolata non può fallire».

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