Solimine:”Assunzione Comunià Montana un bluff, Ciasullo si dimetta”

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L’assunzione dei forestali da parte della Comunità Montana dell’Ufita è stato un bluff, in questi due anni gli amministratori di quell’Ente sono andati avanti facendo credere ai lavoratori forestali che sarebbe stato possibile eludere le regole, salvo dover essere costretti, loro malgrado, a rispettare le leggi così come era stato fatto dalla Giunta da me presieduta. Se avessero avuto il buonsenso di continuare il lavoro dell’Amministrazione passata, oggi i lavoratori della forestazione non si troverebbero in una condizione così drammatica. Siamo disponibili ad organizzare un incontro con le organizzazioni sindacali, con i lavoratori e con chiunque sia interessato e titolato per trovare la soluzione al problema: avevamo in testa un progetto chiaro che intendiamo riprendere per sbloccare la situazione nell’interesse delle nostre comunità che non possono continuare a soffrire. Chiediamo le dimissioni di Oreste Ciasullo e della sua Giunta per manifesta incapacità e siamo pronti ad un confronto pubblico sulla questione. Così l’assessore provinciale per il lavoro e la formazione professionale, Giuseppe Antonio Solimine, già presidente della Comunità montana dell’Ufita per circa dieci anni fino a gennaio 2009 ed attuale capogruppo di minoranza nel consiglio generale dell’Ente che precisa di non essere mai intervenuto nella procedura in maniera ostativa affinché comunque i lavoratori ed i cittadini delle zone dell’Ufita, della Baronia, del Cervaro e del Miscano avessero una risposta in termini occupazionali ma di aver espresso sempre evidente perplessità e contrarietà per la strada utilizzata da chi lo ha sostituito alla guida dell’ente. “Certo, avevamo immaginato un avviamento mediante selezione che però fosse seguito da un percorso formativo finalizzato al riconoscimento della qualifica professionale – afferma l’assessore – e mettemmo in essere tutti gli atti necessari, poi condivisi dalla Regione Campania e dalle organizzazioni sindacali. Partimmo nel lontano 2004 senza avere le fretta di dare risposte politiche immediate ma con l’obiettivo di creare posti di lavoro veri e definitivi. Contemporaneamente a quella procedura avviammo altre iniziative per dare nuovi compiti e funzioni alle Comunità montane perché ritenevamo e tuttora riteniamo che quegli enti si salvano solo se saranno loro assegnate nuove prerogative e competenze, altrimenti non potranno salvarsi. Nel febbraio 2006, nella qualità di presidente dell’Ente montano, fui ascoltato dalla commissione regionale istituita per la modifica della legge 11/96 ed in quella sede illustrai il progetto che avevamo messo in campo per l’Ufita: rilancio del turismo rurale, filiera enogastronomica, potenziamento dei servizi dedicati al turismo, salvaguardia e tutela dell’ambiente, protezione civile, manutenzione delle strade e servizio antincendio. Utilizzando anche la funzione di consigliere provinciale – aggiunge Solimine – mettemmo in essere accordi con l’Amministrazione provinciale proprio per dare servizi di qualità al territorio e dignità ai forestali che sarebbero stati impiegati nelle attività. Con il centro AIB di contrada Foresta, ad Ariano Irpino, portammo l’Ufita a livello di massima eccellenza sul piano operativo e tecnologico e se ci avessero consentito di continuare avremmo realizzato risultati ancora più significativi con le altre attività previste da quel progetto, quali la falegnameria ed il rilancio dell’artigianato. Cioè, creammo le condizioni affinché i forestali non solo fossero messi regolarmente nel circuito del lavoro con dignità e decoro, ma avessero a disposizione anche uno spazio nel quale lavorare in modo sereno e produttivo. La Giunta guidata da Oreste Ciasullo, nel 2009 decise di stravolgere tutto: poche ore prima dell’apertura dei seggi elettorali per il rinnovo di numerose amministrazioni locali, tennero una selezione finalizzata alla individuazione di operai, ai quali non era stata richiesta nessuna qualifica oltre il possesso della scuola dell’obbligo, per poterli immediatamente immettere nel circuito lavorativo senza osservare nessuna delle norme previste in questi casi. Non si chiesero cosa avrebbero poi fatto i lavoratori? Di tagli alle Comunità montane e di modifica della legge 11 già si parlava da tempo, noi avevamo provato a mettere le mani avanti, ed i fatti ci hanno dato ragione, loro hanno pensato di creare false aspettative facendo credere ai lavoratori che sarebbero stati rapidamente titolari di rapporto di lavoro a tempo indeterminato e che avrebbero ottenuto la qualifica di idraulico forestale in base ad attestazioni rilasciate dall’Ente. Hanno utilizzato le società interinale, che come noto a tutti, non determinano alcun diritto da parte del lavoratore a mantenere il rapporto di lavoro, tanto vero che quelle società sono definite di somministrazione ed il datore non ha alcun obbligo di assumere i dipendenti; questo vale anche ai fini del TFR e degli oneri accessori, quindi la furbizia posta in essere dai responsabili della Comunità Montana dell’Ufita emerge in maniera forte ed inequivocabile. C’è la più assoluta incapacità gestionale – afferma ancora Solimine – prova ne è lo sperpero dei fondi lasciati in avanzo (5,4 milioni di euro) serviti per interventi spesso inutili e non prioritari, nonché per la definizione di nuove qualifiche professionali ed avanzi da parte di soggetti sui quali sarebbe utile indagare per verificare la legittimità delle funzioni e prerogative assegnate. Ora i funzionari hanno dovuto riconoscere che la qualifica professionale non si può attribuire come essi avevano immaginato, ma al termine del percorso che noi avevamo tracciato e prendere atto che l’assunzione nel pubblico impiego è sorretta, tra le altre disposizioni, dagli indirizzi emanati dalla Regione Campania e dal decreto legislativo 165 del 2001 e successive modificazioni. Ora, poiché Ciasullo non aveva posto in essere alcun percorso formativo per l’acquisizione della qualifica professionale ma aveva ipotizzato di assegnarla in modo rocambolesco e fantasioso, oggi i lavoratori non hanno nulla tra le mani, se non un cumulo di promesse e di inganni. Crediamo che le dimissioni di Ciasullo e della sua Giunta sia un atto di responsabilità per manifesta incapacità”.

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