
“La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l’Italia”: Questa frase riferita da Gianfranco Rotondi, ministro per l’attuazione del programma di governo, sta già facendo discutere i più. Tanto che il ministro avellinese ha dovuto precisare: “Non ho fatto nessuna proposta di abolire la pausa pranzo, ho solo detto che io l’ho abolita da vent’anni e lo stesso consiglio alla Camera dei Deputati, perché quella è l’ora in cui si lavora meglio. Si capisce che i lavoratori devono avere le loro pause e devono mangiare, magari sarebbe utile che ognuno si gestisse questa pausa come crede, ma è chiaro che è impossibile”. E poi, per gettare acqua sul fuoco, Rotondi elogia il lavoro dei colleghi: “Non è vero che i parlamentari non lavorano. Anzi, lavorano tantissimo. Svolgono un’attività un po’ particolare che non comprende solo il voto in Aula, ma tanti altri compiti come relazioni politiche e rapporti col territorio. Si tratta di un mestiere disordinato e impegnativo, che qualche volta comporta anche frustrazione, perché non si riesce sempre a fare tutto quello che ci si propone. – aggiunge il ministro – I tempi della politica sono lunghi. Quando si arriva in Aula, si pensa di cambiare l’Italia, ma, dopo tre mesi di votazioni e di insulti ricevuti dagli elettori, si comincia un po’ a disaffezionarsi”. “I parlamentari – conclude – non sono dei privilegiati: questo è un luogo comune che ha fatto molto male alla politica e alle istituzioni”.
Rotondi propone poi di “chiudere la buvette” che “costa troppo e fa ingrassare i parlamentari”.”Sarebbe interessante capire perché gravi in modo così pesante sul bilancio della Camera. – spiega – Si parla di 5 milioni di euro. Demagogia a parte, penso che non sia economico e che se ne potrebbe fare a meno. I parlamentari mangiano troppo, ingrassano e questo non è sano. Non è una questione brunettiana ma di condizione fisica, visto che ne guadagnerebbero in salute. Lo consiglio a tutti“.