Rimpasto – Trezza: “Il mio futuro? Lontano da Galasso e De Luca”

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“Sono molto rammaricato per come sono andate a finire le cose. Resto comunque convinto di aver lavorato bene per la città in questi due anni di assessorato”. E’ un Sergio Trezza visibilmente triste quello che si è presentato questa mattina in conferenza stampa al centro sociale “Samantha della Porta”. L’ex assessore, fresco di revoca della carica, non si sa spiegare i motivi che hanno portato il sindaco Pino Galasso a defenestrarlo, o meglio, è arrivato al punto di non volersi fare neanche più questa domanda: “Mi è stato chiesto più volte – prosegue – il perché di questo avvicendamento ma non posso dare una risposta a tale quesito per il semplice fatto che non lo so neanche io. Certo – incalza Trezza – la scelta di accorpare la cultura alle politiche sociali che ha operato l’amministrazione non è vincente perché significa annichilire un aspetto fondamentale del lavoro di un comune. Come ho sempre detto, è finito il periodo della realizzazione delle grandi opere, adesso è il momento di riempirle di contenuti, gli stessi che si possono realizzare solo con un lavoro di programmazione e di crescita dei cittadini. Evidentemente, il sindaco non crede che i servizi sociali debbano essere una priorità del suo programma e questo, ovviamente, mi rammarica molto”. Da pochi giorni fuori dalla Giunta e dal Consiglio, Trezza si sente, però, già in grado di tracciare una propria linea d’azione, anzi, sa perfettamente con chi non vuole continuare la sua carriera politica: “Quando ho combattuto nella battaglia elettorale del 2009, sono sceso in campo non come membro del Pd ma come uomo fidato di Galasso al quale ero legato da un rapporto di grande stima e amicizia personale. Dopo la sua scelta di estromettermi dall’amministrazione, però, le cose sono radicalmente cambiate, così come è mutato il mio atteggiamento nei confronti del Senatore Enzo De Luca che ha condiviso il mio avvicendamento. Sicuramente non potrò, quindi, lavorare fianco a fianco con loro in un prossimo futuro”.
Trezza, in questi giorni, ha ricevuto attestati di stima anche da membri dell’opposizione come Silvestri o D’Ercole il che, condito dalla frattura personale tra lui e Galasso, ha fatto immaginare un suo possibile passaggio tra le fila del Pdl. Scenario che lo stesso ex assessore ci tiene a cancellare: “Attualmente faccio ancora parte del Partito Democratico perché ci sono persone come Stefano La Verde che hanno il mio stesso modo di fare politica e con le quali sento di condividere ancora qualcosa. Non so cosa succederà ma passare al Pdl non è una eventualità plausibile”.
Ad occuparsi delle Politiche Sociali, dunque, non ci sarà più Trezza ma Sergio Barbaro al quale, l’ex assessore replica indirettamente, difendendo il suo operato: “Ho sentito che il nuovo assessore ha detto che con il suo avvento finirà il regime di “contributificio” da me instaurato. Bene, vorrei ricordare a Barbaro che progetti come “SoS Famiglia” hanno ridato dignità a quasi 200 famiglie, nella misura in cui il Comune aveva possibilità di agire. E’ inutile fare promesse che non si possono mantenere perché un ente comunale non può creare posti di lavoro. Non mi è mai piaciuto raccontare frottole quindi ho continuato ad agire concretamente per chi ha difficoltà senza, però, gettare fumo negl’occhi”.
L’uscita di scena di Trezza ha, inoltre, un peso specifico molto alto, soprattutto in virtù del consistente numero di preferenze conquistate in occasione delle ultime amministrative: “Con tutto il rispetto per chi arriverà dopo di me (Caronia e De Lorenzo, ndr) non si deve dimenticare che esco di scena dopo aver conquistato ben 530 preferenze. I nuovi consiglieri entrano in assise con cento voti circa. Dov’è finito il consenso popolare? La politica, evidentemente, ha una logica che la logica non ha e che io non riesco a capire”. Ad aiutare Trezza a superare questo momento di grande tristezza, comunque, c’è il ricordo di Gerardo Cucciniello. l’uomo che lo spinse a diventare espressione del suo quartiere di appartenenza, Rione Mazzini: “Fu il primo a credere in me, a darmi la forza per intraprendere, quasi vent’anni fa, una carriera politica. Ricordare quegli insegnamenti mi dà grande forza e speranza per il futuro”. In chiusura, una considerazione personale sul Pd, all’interno del quale, le varie correnti stanno creando, a suo avviso, fratture insanabili: “E’ un partito allo sbando, dove ognuno naviga a vista e in modo personalistico. Ripeto, ci sono persone come La Verde o l’onorevole Mancino che danno lustro a questo partito, ma le cose devono cambiare al più presto”.
(di Attilio Alvino)

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