Siamo tutti in attesa sulle misure anti-rifiuti e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei siti delle discariche che interesseranno la nostra provincia. Con i minuti che passano lentamente la rassegna stampa evidenzia un Bertolaso che si manifesta determinato, Massimo D’Alema che evidenzia dubbi sull’uso dell’esercito, un Bassolino che si mostra disponibile alla collaborazione istituzionale in grado di far prevalere i sì sui no dichiarando “che i luoghi scelti possano essere presidiati dall’esercito… mi sembra giusto. È giusto tutto quello che ci fa togliere l’immondizia dalle strade”, il segretario del Cgil Gravano che si dichiara contrario al quarto termovalorizzatore di Napoli ed infine Tino Iannuzzi a nome del Pd regionale che avverte: “Non accetteremo più nostri sindaci con la fascia davanti alle discariche”. La politica dei rifiuti alimenta il dibattito mentre le popolazioni interessate dai siti discariche sono con il fiato sospeso in attesa delle scelte. In attesa…sono incazzato anche per le notizie che arrivano da Napoli sulla possibilità del grande evento turistico-culturale da portare nella capitale partenopea prima del Forum delle Culture 2013, oppure alla Coppa America che ci fu strappata da Valencia. Con tutto il rispetto per i desideri di Bassolino, continuo a riflettere sulle dichiarazioni del ministro Tremonti durante la conferenza stampa che non aveva avuto dubbi nel considerare “Napoli, ex capitale retrocessa al rango di una prefettura”. Nonostante tutto, sembra ormai che il fumo negli occhi valga più dell’arrosto e si continua a sopravvivere alla giornata magari nascondendosi sotto l’ombrello di Berlusconi pur di rifondare l’antico consociativismo. E mentre ad Andretta e in Alta Irpinia unitamente a Savignano e all’Ufita si soffre per le imminenti scelte, a Napoli, sempre nello stesso posto e nello stesso ambiente, emergono i primi veleni e i primi nomi sul valzer dei direttori nelle aziende sanitarie territoriali ad iniziare dalla più indebitata azienda sanitaria italiana, l’Asl Napoli 1. Quasi tre miliardi e cinquecento milioni di euro di debito con 165 milioni di euro che hanno sforato il piano di rientro dell’ultimo trimestre 2007. I poveri e i ricchi, i normali e la casta: continua l’antico dilemma della nostra quotidianità… invasa negli ultimi anni dalla monnezza…. Che spesso non è la nostra. Sulle regole che verranno dettate da Roma e sulla loro esecuzione da parte degli enti locali, dopo qualche piccolo sussulto, è pensabile che alla fine le stesse verranno accettate. “Napule era cchiù bella quann ce steve Totò e Pulecenella”, l’allusivo cartellone apparso durante i cortei continua a materializzarsi sotto forma di gente spensierata, normale e con la voglia di vivere. Alle falde del Vesuvio, ai piedi del Terminio e di mamma Schiavona ognuno ha voglia di vivere. Abbiamo purtroppo un peso sullo stomaco: non ci interessano più gli ammaliatori, le ballerine, i cantanti in Piazza del Plebiscito, i partiti della convenienza, prima del “no ai rifiuti, ai servizi sul tipo alta velocità”, ora del “sì” pur di restare sul trono secondo il tempo che si è concesso con i “pontieri” pronti all’ubbidienza rinnegando partiti di appartenenza e in qualche caso apparire del Pd a Napoli e indipendenti nella provincia di residenza. Siamo come i…rifiutati al banchetto della sposa. Rifiutati con strani formicolii nella testa e alle mani consapevoli di essere gente seria e sana che riconoscono il senso dello Stato e delle Istituzioni. Borbottiamo in qualche caso, ma alla fine rispettiamo la divisa e la gente che l’indossa. Siamo per l’Italia e per uno Stato giusto ed unito. Resta l’angoscia per questa Regione: troppo lontana, nascosta, spesso incapace e con un Governatore che non ci rappresenta più. Da rifiutati…noi osserviamo l’Italia che decide per noi.
Redazione Irpinia
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