Riduzione degli sprechi: la Francia rivede le etichette sugli alimenti

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Da quando i riflettori si sono accesi sull’importanza di condurre una vita più sostenibile, anche il problema degli sprechi alimentari ha iniziato a farsi strada in Italia e non solo. Da una maggiore attenzione al riguardo deriverebbe, infatti, anche una possibile riduzione dell’emissione di gas serra.

 

Se da un lato le ultime informazioni che provengono dall’Osservatorio Waste Watcher indicano che in Italia è in crescita la tendenza a sprecare cibo, dall’altro lato non mancano le idee per rallentarla anche volgendo lo sguardo all’estero.

 

In tal caso l’interesse ricade subito su Carrefour Francia, che da qualche mese ha attivato un’importante revisione sulle scadenze di oltre 500 alimenti. È stato cioè testato l’allungamento della vita di alcuni prodotti che talvolta hanno persino visto l’abolizione della scadenza.

 

L’iniziativa ha sia l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori a prestare maggiore attenzione al termine minimo di conservazione, ma anche a far sì che distingua quest’ultimo dalla scadenza. Il cosiddetto TMC, infatti, non è altro che l’indicazione del periodo entro cui un determinato prodotto preserva integre le sue proprietà. Questo significa che non necessariamente dopo quella data il prodotto debba necessariamente essere gettato via.

 

Perciò, se la revisione francese invita a rivalutare alcune indicazioni sul TMC, è fondamentale distinguere tra TMC e scadenza e valutare prodotto per prodotto. Per gli alimenti deperibili e a rischio microbiologico – come latte fresco pastorizzato, carne e pesce confezionati, uova e formaggi freschi – la data di scadenza è un requisito di sicurezza e non va né modificata né ignorata: per questo, su questi prodotti, la data è spesso incisa in modo permanente con marcatori laser e non con una semplice etichetta. Diversamente, prodotti secchi o in scatola possono essere valutati con maggiore flessibilità, caso per caso.

 

Una corretta informazione insieme ad altri progetti tesi a ridurre gli sprechi, potrebbero aprire nuove prospettive di sviluppo.

 

Intanto in Europa le misure più recenti prevedono anche l’individuazione nei vari Paesi dei settori ove il cibo non mangiato o invenduto favorisce il problema. Donazione e trasformazione del cibo sono altre due strade percorribili che richiedono, però, un impegno collettivo che parte dalla lavorazione e della produzione adeguata degli alimenti.

 

Anche su questo fronte, infatti, la prevenzione è essenziale per stabilire prima ancora che il cibo arrivi al mercato, al ristorante o sulle nostre tavole quali sono le migliori strategie da adottare per salvaguardare le risorse alimentari e con esse anche quelle della nostra salute.