Regione – Nella seduta odierna, il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Sandra Lonardo, ha proseguito nell’esame della proposta di legge statutaria, con gli esame degli articoli relativi al Titolo V, che disciplina gli Organi della Regione. In particolare l’art. 32 prevede che, entro il 31 marzo di ogni anno, il Presidente della Regione presenti una relazione al Consiglio sullo stato della Regione, e l’art. 34 che prevede lo Statuto dell’Opposizione, e definisce le prerogative della minoranza. Sull’art. 41, che disciplina le modalità di costituzione dei Gruppi consiliari, si è sviluppato un intenso dibattito su alcuni emendamenti, proposti da Sinistra Democratica, Verdi, Prc, Italia dei Valori, e da Nuovo Ps-Italia di Mezzo, per ridurre, rispettivamente, a due o a tre, la soglia minima necessaria del numero di consiglieri per la costituzione dei Gruppi consiliari, soglia che il testo statutario fissa a cinque unità. Nell’intervenire in qualità di esponente di Alleanza Nazionale, Francesco D’Ercole ha invitato l’Assemblea alla coerenza: “se abbiamo deciso di lasciare immutato il numero dei consiglieri e di evitare la frammentazione, non possiamo consentire Gruppi con un numero di consiglieri inferiore a cinque. Se si insiste con questi emendamenti, prendo atto che, a fronte della volontà manifestata di raggrupparsi, permangono in Consiglio le pulsioni di alcune forze politiche alla frammentazione”. Pertanto, D’Ercole ha annunciato il voto contrario di Alleanza Nazionale e ha chiesto il voto per appello nominale. Sul tema è intervenuto anche il consigliere dello Sdi Fausto Corace: “questi emendamenti riportano indietro l’orologio della politica” – ha sottolineato. Dello stesso avviso il capogruppo dell’Udc Pasquale Marrazzo, che ha invitato alla coerenza: “se settanta consiglieri sono stati considerati un incremento incompatibile con il sentire dell’opinione pubblica, non si possono fare scelte diverse per quanto riguarda i Gruppi” – ha spiegato Marrazzo, che ha annunciato voto contrario. Il capogruppo del PD Mario Sena ha evidenziato che “il Partito Democratico ha dato voce alla opinione pubblica decidendo per la semplificazione politica. Il PD ha lanciato una sfida, che è stata colta anche dal leader della sinistra, Bertinotti e, oggi, anche dal centro destra, la sfida della semplificazione del quadro politico. Altre posizioni, come quella sostenuta con gli emendamenti della sinistra, ha il sapore della difesa corporativa che non ha più ragion d’essere in questo momento storico politico, tanto più che viene, comunque, garantita la rappresentanza di quei partiti che si sono presentati alle elezioni regionali con le proprie liste”. Sulla base di questo ragionamento, Sena ha proposto un accantonamento dell’art. 41. Sulla proposta di accantonamento, il Rappresentante dell’Opposizione Francesco D’Ercole si è detto contrario “perché il criterio dei lavori sullo Statuto è quello di andare avanti in maniera organica approvando tutte le norme”.
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