È stato approvato dal CdM il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea del 2009 sui rifiuti.
La norma comunitaria apporterà vantaggi ed elementi di modernizzazione per le imprese, per i cittadini e, in generale, per il sistema paese in materia di smaltimento di rifiuti.
La vera novità della direttiva consiste nell’introduzione del concetto di “materia seconda” (rottami ferrosi, carta usata che fino ad oggi erano considerati rifiuti ma che ora potranno essere riutilizzati secondo le regole non più dei rifiuti ma, appunto, delle “materie seconde”).
Innovativa anche la definizione di “sottoprodotto” (ad esempio i trucioli della lavorazione del mobile, gli sfridi della lavorazione del metallo). Anche in questo caso il nuovo decreto stabilisce regole più semplici e più concrete per il riuso evitando tutta la trafila di adempimenti e costi legati al rifiuto).
Terre e rocce da scavo potranno essere riutilizzate. Sino ad ora tutte le imprese che realizzavano infrastrutture (strade, autostrade, immobili, metropolitane) erano costrette a smaltire il materiale scavato come rifiuto (con adempimenti e ancora oneri annessi, come portarlo in discarica) e acquisire nuovo materiale per le attività di costruzione delle opere. Oggi invece se il materiale di risulta non è contaminato verrà considerato un sottoprodotto e potrà essere riutilizzato.
Viene inoltre ridefinito il Cdr, il cosiddetto Combustibile da Rifiuti: ciò consentirà all’Italia di produrre energia dai rifiuti, considerando quindi il rifiuto non più uno scarto ma una risorsa economica, con vantaggi sia in termini ambientali che di bolletta energetica.
Per vetro, carta, plastica e metalli viene fissata al 2020 una soglia tassativa minima di recupero del 50%.