Avellino – Dopo i fatti di Scicli in Sicilia, sulla questione randagismo interviene l’Associazione Italiana Protezione Animali di Avellino. Ad esprimere il proprio punto di vista sulla presunta presenza di un’emergenza in materia in Italia, nel meridione ed in particolare in Irpinia è il presidente dell’organismo, Angela Luongo. “Auspicavamo di conoscere il Nuovo Capo del Dipartimento di Prevenzione – Sanità Animale della Asl Av2 di Avellino, Antonio Petitto con un incontro ufficiale e pubblico in cui, con buoni propositi, ci si impegnava sinergicamente ad aprire un confronto fattivo tra ASL Servizi Veterinari e forze animaliste di Associazioni del territorio Provinciale – si legge – per affrontare in maniera seria e coordinata la realtà del fenomeno randagismo. Invece le dichiarazioni rilasciate da Petitto ci obbligano a chiarire in via definitiva alcuni aspetti”. Nelle preoccupazioni dell’Aipa ci sono le mattanze sommarie e diffuse di cani randagi – “Che sono sotto gli occhi di tutti”, avverte la Luongo – e che si concretizzano con avvelenamenti o uccisioni atroci e raccapriccianti. “La Legge Nazionale 281 del 1991 e la Legge Regionale 16 del 2001, afferenti la prevenzione del Randagismo e la tutela degli animali d’affezione sono chiare, esaustive ed adeguate – denuncia la nota – ed hanno idonea copertura finanziaria dallo Stato. L’unico difetto è nel fatto che sono inapplicate da tutti gli Organi Istituzionali preposti all’attuazione dalle stesse”. Una netta presa di posizione, dunque, che viene poi contestualizzata all’Irpinia e così argomentata: “L’Asl Av2 si compone di 6 Distretti per un totale di 71 Comuni. Sul territorio afferente, autorizzati dall’organismo, esistono 5 canili privati sistemati a Domicella, San Martino Valle Caudina, Quindici, Mercogliano e Altavilla Irpina. Tutti stracolmi ed invivibili. Esiste poi un canile municipale ad Atripalda”. Insomma per l’Aipa su 71 comuni solo Atripalda dal 1989 ha costruito un canile municipale, nei restanti 70 centri irpini non esistono invece canili sanitari essenziali per la prevenzione del randagismo. E ci sarebbe di più. “Su 71 Comuni – insiste la nota – non esiste un ambulatorio pubblico gestito dalla Asl Av2 per la sterilizzazione e microchippatura dei cani randagi e privati e per la diagnosi e prevenzione delle zoonosi e malattie infettive trasmissibili all’uomo. Su 71 comuni mai nessun progetto per la sterilizzazione a tappeto dei randagi è stato presentato dall’Asl Av2 alla Regione Campania, anzi le circolari informative per l’acquisizione dei fondi presso la Regione Campania trasmesse alle Asl territoriali giacciono su qualche scrivania dirigenziale; pubblicizzarle significherebbe rimboccarsi le maniche – ironizza la Luongo – meglio nasconderle nei cassetti. Ancora, su 71 Comuni solo il 30-40% della popolazione canina privata risulta essere iscritta alla Banca dati regionale ‘Anagrafe Canina’, sono cioè totalmente disattese le campagne di microchippatura dei cani con Ordinanze Sindacali presso ogni singola amministrazione”. Un quadro di assoluta mancanza di presa di coscienza in materia e di rispetto della normativa, quindi, quello che emerge dalle righe dell’Aipa, che suggerisce al Capo del Dipartimento di vigilare più attentamente sulle attività su cani (randagi e privati) svolte dai propri Veterinari presso i macelli comunali gestiti da privati, “.. dove – avverte la nota – è realmente serio il pericolo della trasmissibilità di patologie infettive all’uomo. L’unica attività invece effettivamente esercitata dal fantomatico ed etereo ufficio randagismo riguarda l’acquisizione nell’organico di 4 accalappiacani (oggi diventati due…) assunti a tempo indeterminato”. Poi è la volta dei Comuni di Avellino e Atripalda. Per l’Aipa l’ente di Piazza del Popolo spende annualmente oltre 100mila euro per mantenere, in convenzione presso un canile privato posizionato dell’area Asl Av 1, quindi fuori dalla competenza ASL AV2, dai 90 ai 100 cani randagi accalappiati, senza assicurare i necessari controlli. Il Comune di Atripalda invece spenderebbe annualmente 45mila euro per mantenere nella struttura municipale dai 180 ai 200 cani, 30 centesimi al giorno a cane, rispetto ai 2-3 € dichiarati dal Capo del Dipartimento Asl e che realmente percepiscono i canili privati. “Di fronte alla tragicità degli eventi che hanno smosso l’opinione pubblica esistono responsabilità personali e d’Ufficio che vanno perseguite, condannate e represse – chiosa la nota – quando si decide di rappresentare la comunità ogni Sindaco ha sul proprio groppone il dovere di tutelare, salvaguardare e difendere uomini, ambiente e animali”.
Redazione Irpinia
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